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The Man in the High Castle 3: Tre domande che aspettano una risposta

A distanza di circa due anni dall’approdo sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video della seconda stagione, The man in the high castle sta ufficialmente per tornare con un nuovo ciclo di episodi che preannunciano la rivelazione dell’animo sci-fi della serie. Ma per ingannare la trepidante attesa, evidenziamo i tre interrogativi più importanti che la terza stagione di The man in the high castle dovrà necessariamente risolvere.

Il San Diego Comic-Con appena concluso si è rivelato un crogiolo di informazioni fondamentali per la serie storica The man in the high castle che, dopo quasi due anni dalla seconda stagione, è pronta a travolgere nuovamente gli appassionati seguaci con gli episodi della terza stagione che verranno rilasciati finalmente il prossimo 5 Ottobre.

Il season finale della seconda stagione di The man in the high castle ha mostrato nuovi volti di protagonisti storici con una tale maestria di scrittura da rendere le loro azioni inaspettate ma al tempo stesso perfettamente in linea con le personalità delineate nel corso dell’intera stagione. Le scelte e le decisioni compiute però non saranno solo portatrici di conseguenze inevitabili ma rischiano anche di rivoluzionare totalmente la realtà distopica, protagonista fin dal principio di The man in the high castle.

Proprio per questo motivo quindi, mentre contiamo i giorni che ci separano dalle risposte di cui abbiamo bisogno, evidenziamo insieme le tre domande che rappresenteranno i pilastri fondamentali su cui la terza stagione di The man in the high castle si svilupperà.

1. The Man in the high castle 3: Quale sarà il destino di Frank Frink?

Il promo della terza stagione di The man in the high castle rilasciato al San Diego Comic-Con non ha concesso alcun dettaglio che potesse far intuire la risposta a questa domanda; ogni informazione, rumour e spoiler provenienti dalla convention o da qualsiasi altro fronte ufficiale hanno accuratamente taciuto sull’accaduto, e tutto ciò ha inevitabilmente reso questo silenzio il dubbio più fragoroso dell’attesa: quale sorte attenderà Frank Frink nella nuova stagione di The Man in the high castle?

La seconda stagione di The man in the high castle si era rivelata particolarmente catartica per il personaggio di Frank, donando infatti al protagonista un nuovo obiettivo che per quanto gli abbia concesso di diventare parte attiva della lotta al dispotismo nipponico-nazista, ha anche alimentato in lui un giustificato odio nei confronti del potere al comando degli Stati Uniti, portandolo quindi ad abbracciare le missioni e i metodi estremi della Resistenza, componente chiaroscurale della storia.

Preda di ricordi fin troppo vividi delle atrocità subite in prima persona e perpetrate dall’impero giapponese, e sentendosi tradito e abbandonato dalla donna a cui aveva concesso la sua incondizionata lealtà, Frank si fa portatore nel finale della seconda stagione di The man in the high castle della missione ultima della Resistenza, ma soprattutto del suo ultimo atto di vendetta nei confronti dell’ispettore Kido, piazzando un ordigno esplosivo al quartier generale dell’impero giapponese, bomba che si innesca però prima del previsto. Le ultime scene mostravano dunque l’ispettore Kido e il ministro Tagomi feriti ma ancora vivi mentre di Frank, colto nell’esplosione, non si ha alcuna traccia.

Il silenzio che circonda il destino di Frank Frink nella terza stagione di The man in the high castle può essere dunque sintomatico del ruolo chiave che la sua sopravvivenza o la sua dipartita possono avere nella storia ma è soprattutto la possibilità del suo ritorno a custodire un maggiore potenziale per il personaggio, il cui ruolo nella Resistenza, se abbracciato con maggiore razionalità e lucidità, potrebbe compensare perfettamente la futura posizione di Juliana nella stessa organizzazione, soprattutto con la nuova consapevolezza del reale obiettivo della donna.

2. The Man in the high castle 3: Che ruolo occuperà John Smith nella nuova gerarchia nazista?

In maniera quasi complementare alla voluta mancanza di informazioni riguardanti Frank, la visita del cast e della crew di The man in the high castle al San Diego Comic-Con ha portato con sé una serie di piccoli dettagli indispensabili che vanno ad arricchire la bozza di quella che sarà la posizione di John Smith nella prossima stagione.

Dal principio pilastro imprescindibile di The Man in the high castle, il personaggio di John Smith ha affrontato nella seconda stagione un processo di umanizzazione che se certamente non intendeva valere come apologia delle sue azioni, ha indubbiamente portato l’uomo, in quanto marito e soprattutto padre, a fare i conti con la devozione all’ideologia. E proprio mentre nel finale John Smith scalava i vertici della gerarchia nazista rivelando i piani segreti per la conquista del potere di Martin Heusmann e di conseguenza di suo figlio Joe, guadagnando così la fiducia del nuovo Fuhrer, la stessa ideologia a cui aveva dedicato la sua completa lealtà gli portava via l’unica persona per cui John aveva rimesso in discussione la fedeltà al partito.

Il finale della seconda stagione di The man in the high castle aveva dunque lasciato John in un equilibrio instabile e di fronte a un reich che cominciava a guardare con occhi diversi, proprio nello stesso momento in cui entrava in possesso dei celebri filmati e del segreto di cui sono custodi.

Nella terza stagione di The Man in the high castle quindi, così com’è stato annunciato, John Smith si ritroverà a dover gestire una lealtà inevitabilmente scalfita e un potere che paradossalmente adesso è quasi al massimo del suo potenziale e questa condizione potrebbe rivelarsi per lui non solo il suo maggior punto di forza e contemporaneamente la sua maggiore debolezza, ma anche una particolare leva psicologica che, se stimolata correttamente, potrebbe far emergere in John un animo ribelle o vendicativo, proprio lui che è stato fin dall’inizio l’emblema della lealtà incondizionata al credo nazista.

3. The Man in the high castle 3: Quale sarà la posizione di Juliana Crain nella Resistenza?

Come il finale della seconda stagione ha reso evidente, Juliana Crain è al tempo stesso l’unica costante e l’unica variabile della storia distopica narrata in The Man in the high castle. Costante nella sua moralità in tutte le realtà parallele vissute e testimoniate dai filmati e variabile sorprendente nei giochi di poteri che si sviluppano nella sua stessa realtà, Juliana è il tipo di personaggio che ha sempre visto oltre gli schieramenti e le ideologie, giudicando esclusivamente l’animo delle persone con cui entrava in contatto e perdendo volta dopo volta gli affetti più cari proprio a “causa” della sua profonda umanità. L’ultimo episodio della seconda stagione di The Man in the high castle ha però concesso a Juliana una nuova ragione per continuare a combattere e lo ha fatto con il ritorno sconvolgente di sua sorella Trudy.

Ma se Juliana potrebbe ritrovare proprio in sua sorella una spinta per riprendere la lotta, problematica è ancora una volta la sua posizione con la Resistenza, non condividendo infatti i metodi spesso utilizzati dall’organizzazione per raggiungere i propri fini. Il promo della nuova stagione di The Man in the high castle ha però anticipato il ruolo ancora attivo di Juliana nella guerra quotidiana al totalitarismo, addirittura in una posizione di leader nei confronti di quella che potrebbe dunque apparire una nuova Resistenza. Più determinata e stoica che mai, Juliana Crain sembra intenzionata ad occupare nella terza stagione di The Man in the high castle un posto in prima linea nella lotta per la libertà, come non lo è mai stata prima.

The man in the high castle appare ora quasi a un passo da noi e le premesse presentate finora preannunciano forse la stagione più catartica della serie.

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Rita Ricchiuti

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