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Recensione

The Walking Dead 10×04 – Recensione: “Eppure sorrido”

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L’attesa verso questo quarto episodio di The Walking Dead 10 si è finalmente conclusa, riportandoci nell’azione di una stagione che ha appena cominciato a muovere i primi passi. In questi giorni si sta parlando parecchio degli obbiettivi narrativi dell’opera e le domande in merito sono ancora parecchie…

The Walking Dead

Ormai lo abbiamo chiaramente compreso, gli eventi di The Walking Dead 9, soprattutto i conclusivi, hanno avuto un impatto decisivo su tutti i protagonisti della storia, segnandoli profondamente. Tutto ciò ha condotto a una paura irrazionale, a un’ansia a cui probabilmente non abbiamo mai assistito prima d’ora.
I gruppi si sono riuniti, e mentre una tregua generale, facilitata dalle connessioni via radio, trasforma il mondo narrativo, uno sguardo silenzioso continua a spaventare da lontano.

In seguito alla scomparsa di Rick dalla serie abbiamo visto i protagonisti risollevarsi e muoversi verso un mondo nuovo, un mondo che avrebbe fatto della “civiltà” il suo baluardo, un qualcosa di ben distante da tutte le ingiustizia a cui avevamo assistito in quel momento, eppure questo episodio riesce, in una manciata di minuti, a mettere in dubbio anche tutto questo, a smontare quella che sembrerebbe essere una facciata, un’apparenza tutta umana che manca nei momenti di paura e rabbia.

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nelle prime tre puntate di The Walking Dead 10 abbiamo visto Alexandria affrontare gli zombie e Oceanside relazionarsi con la possibilità di essere osservati, adesso tocca ad Hilltop. Tutto si apre con un albero che, apparentemente senza una ragione umana, cade provocando ingenti danni sia di vite umane che a livello architettonico, portando nuovamente tutti a pensare ai Sussurratori.

La narrazione però riesce agilmente a spostarsi da una visione più ampia ad una più dettagliata ed ecco che il tanto speculato bacio fra Michonne e Ezekiel arriva. Qui vediamo per la prima volta il Re aprirsi. esternare tutti i suoi tormenti e finalmente cambiare espressione, sorridere. Non si tratta di un baio d’amore, piuttosto di un’azione ispirata da una fragilità tutta personale, ma privo di significato sentimentale.
Questo ci da modo di prendere un po’ di respiro dagli eventi tragici, mostrando l’umanità di due protagonisti che si mostrano per quello che sono, lontano dai loro “ruoli” nella società di The Walking Dead.

In parallelo a tutto ciò abbiamo le vicissitudini di Lydia. Lei è la figlia di Alpha, lei è colei che ha innescato tutto insieme ad Henry, lei è colei che ha perso tutto insieme agli altri eppure… Tutti la vivono e guardano come un se fosse un “mostro”, come se fosse stata lei in prima persona a commettere le atrocità che scelse di fare la madre.
Attraverso questo espediente crolla tutto il castello di carte della “civiltà”, le persone stesse di Alexandria si mostrano per come sono realmente, si lasciano condizionare dalla rabbia e dalla paura, e quanto avviene con questo personaggio riesce a ricollegarsi perfettamente con un discorso che fa Michonne, all’inizio dell’episodio, con Judith quando parlano di bulli.

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La situazione esce furi controllo, però, quando durante la notte tentano di fare del male alla ragazza e Negan interviene per salvarla.

Sarà proprio l’azione di Negan a modificare nuovamente le carte in tavola e ad introdurre l’ultimo degli elementi fondamentali di questo episodio di The Walking Dead. Fino ad ora lui è stato visto da tutti come un “simbolo” seppur odiato e tenuto sempre sotto stretta sorveglianza. Dopo gli eventi dell’ottava stagione nessuno era riuscito a a perdonarlo, e questo suo intervento improvviso, pur positivo conduce alla morte di uno degli aggressori.

Da qui tutte le riflessioni sul suo futuro, sulla sua punizione, sulle risposte di Alexandria e… La sua fuga.  Tutto culmina nella scomparsa dell’uomo e nel mistero verso colui  colei che lo ha aiutato. Ecco che cala nuovamente il dubbio quotidiano, ecco che l’incertezza non soltanto si annida all’esterno, fra gli alberi e i cespugli, ma anche all’interno fra le frasi e i sorrisi e i saluti…

 

Ho sempre trovato nella scrittura un qualcosa di mio: il poter esprimere quanto ho dentro, parlando di argomentazioni che amo, penso sia un'obiettivo di vita importantissimo. Studente in Lingue, culture, letterature e traduzione, dopo la pubblicazione di due romanzi ho intrapreso la strada del giornalismo senza guardarmi dietro.

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