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The Witcher: spiegata la Parlata Antica e il modo in cui Netflix l’ha modificata per la serie

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The Witcher, essendo facilmente definibile come un fantasy classico, si ambienta in un mondo che, in un certo qual modo, attinge da un immaginario che a moltissimi potrebbe sembrare familiare, pur ricreando un macroverso dal nulla, un macroverso con le sue regole, equilibri politici, segreti, misteri e lingue…

The Witcher

Con l’uscita della prima stagione di The Witcher su Netflix è arrivato anche l’immediato successo generale e il rilancio della figura del suo autore: Andrej Sapkowski. Il tutto, infatti, si basa su una serie di romanzi, non recenti, scritti da quest’ultimo, romanzi che, nel riadattamento visivo, hanno trovato un gigantesco apprezzamento da parte del pubblico.

La serie ruota fondamentalmente intorno alle vicende che silenziosamente legano: Geralt di Rivia (uno strigo, un cacciatore di mostri), Yennefer di Vengerbeg (una strega dalla bellezza abbagliante) e Ciri (erede al caduto trono di Cintra). Discostandosi dalla trama classica, soprattutto per quanto concerne la linearità in cui vengono mostrati gli eventi, e alcune rappresentazioni narrative dei protagonisti, il tutto ha comunque portato a numeri estremamente positivi.

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Una delle caratteristiche più curiose di The Witcher risiede proprio in una delle lingue che serpeggia fra le sue fila: la cosiddetta Parlata Antica. Ovviamente nella saga il suo autore ne ha create anche altre ma… Per adesso con la serie ci è giunta soltanto questa.

Oltre alla Lingua Comune, lingua facilmente comprensibile da tutti noi, parlata nella parte settentrionale del continente, v’è anche la Parlata Antica, la quale proviene dal Laith aen Undod, lingua usata dai Aen Seidhe, (gli elfi che vivono nel continente)  e dagli Aen Elle (coloro che vivono in un mondo distinto da quello di quest’ultimi). La Parlata Antica, pur essendo il linguaggio degli elfi (Aen Seidhe), non viene utilizzato soltanto da quest’ultimi, dato che è diffusa anche tra le fila dei maghi, delle driadi, delle sirene…

Da questa ne derivano una serie di dialetti che vanno a colorare, linguisticamente parlando, il mondo di The Witcher, come quello Nilfgaardiano, quello di Skellige, ecc.ecc.

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Per la creazione della Parlata Antica, Sapkowski fuse elementi dalle lingue celtiche dell’Irlanda, della Scozia, dell’inglese, del tedesco, dell’italiano e del latino. Essendo tutto ciò centralissimo nella cultura della storia, non poteva non essere riportato anche nella serie Netflix. Per far si che avvenisse ci hanno lavorato sia Sapkowsi che David J. Peterson (colui che creò il Dothraki in Game of Thrones). Quella che abbiamo però nel The Witcher televisivo si discosta un minimo dalla lingua dei libri, con qualche modifica, ad esempio per quanto concerne la sua latinizzazione, col fine di ottenere una pronuncia facilmente riconoscibile, che i fan non avrebbero faticato a comprendere.

Fonte: ScreenRant.

Ho sempre trovato nella scrittura un qualcosa di mio: il poter esprimere quanto ho dentro, parlando di argomentazioni che amo, penso sia un'obiettivo di vita importantissimo. Studente in Lingue, culture, letterature e traduzione, dopo la pubblicazione di due romanzi ho intrapreso la strada del giornalismo senza guardarmi dietro.

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