Con il suo terzo episodio, la terza stagione di Westworld sembra finalmente aver trovato il coraggio di correre qualche rischio importante.
La terza stagione di Westworld entra nel vivo della sua storia con il terzo episodio The Absence of Field. Dopo una prima puntata introduttiva e una seconda che ha chiarito alcune svolte, l’amato show firmato HBO esplora finalmente i temi e le dinamiche che lo guideranno nel corso di questa nuova stagione. Con questo chiaro obiettivo, la serie continua a scommettere sui suoi attori e personaggi che, tra novità e rivelazioni sussurrate, sono il cuore pulsante di questa visionaria operazione narrativa.
Se tuttavia, nel corso dell’episodio, vi siete interrogati più volte sulle dinamiche passate che legano tutti i personaggi in scena, un veloce riassunto delle prime due stagioni di Westworld potrebbe schiarire le idee.
Foto: HBO
Ingranaggi di codici, ricordi ed emozioni
I ricordi hanno sempre rappresentato un’arma a doppio taglio nell’immaginario di Westworld. Nella prima stagione hanno innescato il risveglio della coscienza degli host mentre nella seconda hanno frammentato ulteriormente la caratteristica narrazione non lineare. In questa nuova puntata memorie di vite passate ed emozioni di un presente confuso si intrecciano e affiorano in superficie grazie al personaggio di Charlotte Hale (Tessa Thompson). La donna, introdotta nella prima stagione, era una figura chiave della Delos. Ora, dopo gli eventi della seconda stagione, è solo un nuovo host creato a immagine e somiglianza dell’irriducibile Hale umana. Ma qual è la vera identità di questa nuova Charlotte guidata dai piani di Dolores (Evan Rachel Wood)? Fuori dai confini del parco, tuttavia, i ruoli non seguono più schemi chiari e ogni personaggio potrebbe rivelarsi imprevedibile se lasciato solo con i propri tormenti.
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Il mondo degli host, dopo la fuga da Westworld, sembra essersi aperto a mille nuove possibilità. Lo stesso non si può dire della quotidianità dei personaggi umani dello show, in particolare di Caleb (Aaron Paul). Gli umani, infatti, sono intrappolati in infiniti loop di una vita insoddisfacente segnata da precarietà e sofferenza. Nel mondo “reale” – o quello che sembrerebbe tale – individui come Caleb hanno un futuro già scritto con svolte tragiche e inarrestabili. L’algoritmo di Rehoboam, processando incredibili quantità di dati riguardando ogni aspetto della vita, studia infatti anche gli inevitabili destini degli uomini. Davanti a questa crisi del libero arbitrio, una rivoluzione sembra inevitabile. I progetti di ribellione di Dolores, quindi, sembrano essere la soluzione perfetta ai problemi di Caleb.
Westworld e le improbabili alleanze
I percorsi di ogni personaggio sono arrivati a un punto di svolta. Gli appassionati di Westworld nel corso di tre stagioni hanno conosciuto Dolores come una figura determinata, totalmente irremovibile davanti ai suoi obiettivi. Ogni ostacolo incontrato sulla sua strada è stato rimosso con lucida crudeltà. I suoi piani accuratamente orchestrati, tuttavia, ora devono adattarsi all’incontro con Caleb, una variabile inaspettata. La neonata alleanza tra i due, risultando poco coerente con quanto costruito in precedenza intorno a Dolores, rappresenta comunque un interessante punto di non ritorno che potrebbe determinare il destino dell’intera stagione. Per la prima volta umani e host non sono nettamente contrapposti. Un’alleanza che va oltre le distinzioni legate alla propria natura è non solo contemplata ma forse considerata l’unica opzione possibile. Questo scenario inedito è forse la prima grande scommessa di questa terza stagione che inizia a correre rischi.
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Al contrario di Caleb e Dolores, entrambi ben consapevoli della loro natura, Charlotte vive una confusione senza precedenti nella storia di Westworld. Le importanti riflessioni sul concetto di identità e le domande sui fattori che la determinano ampliano uno dei temi più importanti dello show, portando questa tematica su un nuovo livello. Non si tratta più di un host “formattato” con una memoria sovrascritta. Charlotte – se così si può chiamare, considerato che assomiglia, chissà perché, più a Teddy – è un personaggio intrappolato in un corpo e in una realtà che non le appartiene. È interessante osservare come in realtà, gradualmente Charlotte si stia “adattando” al suo nuovo ruolo, risvegliando reazioni e interazioni innate. Serviva, tuttavia, ancora una volta introdurre il personaggio di un figlio per analizzare l’host in crisi? In passato, infatti, già le linee narrative di Maeve e Bernard sono state caratterizzate da un simile escamotage. Solo i futuri sviluppi della sceneggiatura sapranno trovare una chiave di lettura originale a questa riproposizione.
L’imprevedibilità di Westworld
La delicata regia di Amanda Marsalis e la sceneggiatura di Denise Thé pongono quindi al centro del palcoscenico i rapporti che legano i personaggi. In uno show in cui ogni personalità è protagonista di una sua linea narrativa spesso più ampia e complessa della trama stessa, i rapporti sono la scelta giusta per trovare intrecci e collegamenti inaspettati. La non linearità tipica dello show sembra allora trasferirsi proprio negli incontri che scandiscono il ritmo della narrazione. Ogni conversazione e ogni scambio di opinioni diventa un’occasione accuratamente costruita per un colpo di scena concreto e solido che apparentemente non ha la pretesa di essere spettacolare.
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Tutte le pedine sono ora sulla scacchiera con le giuste zone d’ombra. Spetta ora agli sceneggiatori della serie di HBO sfruttare al meglio questi spazi di manovra senza aver paura di mettere in discussione costruttivamente quanto raccontato, facendo magari storcere il naso anche a qualche fan. Finora si possono solo fare teorie sulla direzione che prenderà lo show. Le risposte si avranno solamente con i prossimi attesissimi episodi che andranno in onda su Sky Atlantic e saranno disponibili su NowTV.