L’ultimo capitolo della storia di Westworld sembra finalmente trovare il giusto compromesso per continuare a raccontare questa avventure sul piccolo schermo.
Il primo e il secondo episodio della terza stagione di Westworld hanno lasciato trasparire strategie estremamente caute, quasi sulla difensiva. Nella puntata 3×03, invece, si è intravisto un spiraglio di coraggio, anche se in piccole dosi. I ricordi della discussa seconda stagione, fin troppo articolata secondo alcuni fan, sembravano essere ancora vividi nella mente dei due ideatori dello show. Jonathan Nolan e Lisa Joy, tuttavia, con l’ultima puntata andata in onda la scorsa notte su HBO negli Stati Uniti cambiano radicalmente toni e atmosfere. Per tutta la sua durata, l’episodio intitolato The Mother of Exiles suggerisce domande, regala dettagli ma, soprattutto, fornisce risposte sorprendenti quanto audaci. Con grande lucidità, lo show torna a omaggiare la sua natura complessa e affascinante prendendo anche decisioni che potrebbero comunque far storcere il naso agli appassionati più radicali. Ogni vero fan della serie HBO, tuttavia, sa bene che nessun aspetto è lasciato al caso e che anche la più insoddisfacente svolta può portare a risultati estremamente intriganti.
Se tuttavia, nel corso dell’episodio, vi siete interrogati più volte sulle dinamiche passate che legano tutti i personaggi in scena, un veloce riassunto delle prime due stagioni di Westworld potrebbe schiarire le idee.
Westworld e gli inganni della mente
Foto: HBO
Dopo i primi episodi di questa terza stagione, solo un personaggio di Westworld sembrava mancare all’appello. A grande richiesta, torna quindi in scena William (Ed Harris), personaggio cardine della prima stagione con la sua tragica trasformazione in The Man in Black. Il suo percorso nel corso della seconda stagione, invece, è diventato ancora più personale, quasi intimo, con il confronto finale con la figlia divenuto dramma. Dopo la catastrofe di Westworld, William è intrappolato in una quotidianità di rimorsi e colpe. Lontano dal suo ruolo istituzionale all’interno di Delos, l’uomo non sembra preoccuparsi di ciò che accade fuori dalle mura domestiche fino a quando incontrerà Charlotte Hale (Tessa Thompson). O meglio, chiunque sia davvero Charlotte Hale.
Parallelamente, Maeve (Thandie Newton), sotto l’ambigua e minacciosa guida di Serac (Vincent Cassel), si avventura per la prima volta nel mondo reale. Insieme a lui cercherà di fare luce sulle vere intenzioni di Dolores (Evan Rachel Wood) e della sua possibile ribellione organizzata dagli host fuori dal parco in cui è stata creata. Nel corso delle sue peculiari investigazioni, Maeve, tuttavia, incontrerà sulla sua strada numerosi ostacoli che, in modo inaspettato, la condurranno a sorprendenti rivelazioni.
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Nel frattempo le strade di Dolores e Bernard (Jeffrey Wright) si incrociano per la prima volta in questa terza stagione. La prima è nel pieno delle sue più complesse macchinazioni per prendere il controllo della Incite, eliminando con tutti i mezzi possibili Liam Dempsey Jr. grazie all’aiuto del nuovo alleato Caleb (Aaron Paul). Bernard, invece, cerca di ostacolare i suoi piani “malefici”. Il confronto-scontro tra i due avrà come cornice un’elegante festa in maschera dalle atmosfere à la Eyes Wide Shut, segnate dall’irresistibile tensione sorretta dalle composizioni del veterano Ramin Djawadi alla colonna sonora. Ogni mossa accuratamente orchestrata da Bernard, tuttavia, sembra destinata a fallire in un turbinio di ambiguità e rivelazioni sul conto di Dolores e dei suoi collaboratori.
Squadra vincente… non si cambia
Al giro di boa della terza stagione, la sceneggiatura di Lisa Joy e Jordan Goldberg si affida saldamente alla grande tradizione di plot twist firmata Westworld. Diramandosi su tre fronti, la narrazione regala le prime grandi rivelazioni. La grande domanda che assillava le menti dei fan dal termine della seconda stagione sembra, infatti, aver trovato finalmente una risposta abbastanza soddisfacente.
Chi sono gli host condotti fuori dal parco da Dolores? Dopo mille congetture e teorie, l’ultimo episodio ha rivelato che, in realtà, la risposta è da ricercare… nella natura di Dolores. L’host più agguerrito della serie, infatti, avrebbe duplicato le sue unità di controllo per poter controllare al meglio ogni aspetto del suo piano impersonando più personaggi. Ognuno di questi è infatti Dolores semplicemente in una forma differente. La rivelazione spazza via ogni congettura sulle identità associate alle diverse perle citate in precedenza e, in parte, proprio per questo lascia un po’ di amaro in bocca.
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L’ipotesi di una clonazione della stessa Dolores, sulla falsa riga del film Futureworld del 1976, apre la strada a scenari totalmente inesplorati oltre che estremamente interessanti per loro possibili implicazioni. Come può evolversi un’identità clonata, con le stesse esperienze di quella originale, nel seguire un percorso fuori dallo schema previsto? Questa possibilità suggerisce riflessioni filosofiche e morali di grande spessore che senza dubbio arricchirebbero la serie. Con grande coraggio, lo show prende quindi una direzione estremamente rischiosa che esclude alternative altrettanto intriganti ma che sarebbero state decisamente più comode. Gli effetti e le conseguenze di questa scelta saranno da valutare solamente dopo aver assistito agli sviluppi pianificati per le prossime puntate.
Le numerose interviste rilasciate sia da Evan Rachel Wood che da Tessa Thompson confermano questo cruciale plot twist. I fan di Westworld, tuttavia, sanno bene che niente è da considerarsi davvero certo. Quanto lasciato intuire in questo episodio, infatti, potrebbe trasformarsi in qualcosa di completamente differente. In un mondo segnato da algoritmi predittivi, simulazioni e avanzatissima tecnologia ogni scenario è possibile. La certezza è che il consolidato e affiatato cast saprà interpretare al meglio tutte le situazioni.
L’elegante e sofisticato futuro di Westworld
Anche la quarta puntata della terza stagione di Westworld mostra un futuro incredibile con una cura quasi maniacale. Difficile trovare altre produzioni per il piccolo schermo capaci di immaginare una realtà così affascinante e dettagliata. Dalle scenografie ai costumi, passando per le scelte dei gadget tecnologici e delle situazioni: ogni componente contribuisce alla messa in scena di una società estremamente avanzata. Essa è basata, tuttavia, su dinamiche e contraddizioni che per definizione appartengono alla natura umana e non invecchiano mai. È affascinante, tuttavia, notare come il gioco di riflessi tra le situazioni di Westworld e quelle del “mondo reale” – siete davvero sicuri che non si tratta dell’ennesima simulazione? – continui a svilupparsi con grande sicurezza. Anche la mente umana, proprio come quella di William, può “incepparsi” con malfunzionamenti. Anche degli host come Maeve e Bernard possono fare dei calcoli sbagliati. Host e umani sono davvero così diversi?
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Con una messa in scena inarrivabile e un insieme travolgente di scoppiettanti segreti svelati, lo show di Westworld questa volta centra l’obiettivo pur lasciando qualche interrogativo sul suo futuro. Il quarto episodio regala risposte ma, soprattutto, fa riflettere e pensare, stimolando accesi confronti e conversazioni che vanno oltre la sua semplice durata. In breve: la puntata stimola la curiosità del pubblico e lascia il segno. La terza stagione sembra quindi aver trovato il suo ruolo sul piccolo schermo e nella mitologia della serie. Il compromesso tra i plot twist sorprendenti delle sue prime puntate e le complesse tematiche della seconda stagione potrebbe rivelarsi la scelta vincente.