Cinema

Shazam! – Recensione del cinecomic, la nuova faccia della DC?

“Shazam!” esce dopo il successo travolgente di “Aquaman” nelle sale, ma riuscirà a colpire il pubblico? Nell’attesa, ecco la nostra recensione del cinecomic!

David F. Sandberg dirige “Shazam!” (guarda il trailer del film), che vede Zachary Levi nei panni del supereroe DC che un tempo si portava il nome di “Captain Marvel“. Al centro delle vicende del film, scritto da Henry Gayden, troviamo il quindicenne Billy Batson (Asher Angel), che viene scelto come campione da un mago: ogni volta che pronuncerà la parola “Shazam!” si trasformerà nell’adulto, alto e fortissimo personaggio i cui superpoteri sono tutti da scoprire. Come in ogni cinecomic che si rispetti, però, si trova ad affrontare un villain, il Dr. Thaddeus Sivana (Mark Strong), che il nostro eroe dovrà fermare per salvare il mondo…

Shazam! – Recensione del cinecomic DC

“Shazam!” racconta in primis la famiglia, ricorrendo all’elemento supereroistico quasi come a un pretesto per sviluppare e promuovere i legami affettivi. Nulla di effettivamente nuovo nel mondo del cinema: anzi, l’atmosfera teen che si crea e le situazioni fornite dall’età dei personaggi principali ci riporta quasi ai film teen/action targati anni ’90. Le vicende sono edulcorate in proporzione forse anche eccessiva all’età effettiva dell’eroe e del target a cui è così evidentemente rivolto, con una fotografia limpida e dominata per lo più dalla luce del giorno per gran parte della pellicola, andando ad addolcire ulteriormente la pillola. Il tutto, però, lascia spazio a quello che è decisamente il punto di forza del cinecomic, senza che questo risulti fuori luogo, fastidioso o eccessivamente infantile: la comicità.

Dalle situazioni esilaranti al carisma di Zachary Levi

Era facile immaginare come, se ben sfruttata, l’idea della mente pulsante di un adolescente dentro il corpo possente e carico di superpoteri di un adulto sarebbe potuta essere la forza di “Shazam!” e così effettivamente è. Ogni singola scena in cui vediamo il supereroe ce lo mostra costantemente, con la creazione di situazioni esilaranti ben scritte e anche ben interpretate da Zachary Levi che risulta più nella parte di un ragazzino di tutti gli altri giovani membri del cast messi insieme. Più dello stesso Billy Batson, a dir la verità, la cui caratterizzazione, abbinata insieme allo “sdoppiamento” del ruolo tra corpo giovane e adulto reca una discontinuità che non manca di farsi notare.

Un villain e un finale non del tutto soddisfacenti

Meno incisivo il personaggio del Dr. Thaddeus Sivana, ma come spesso accade nei film del genere, qui Mark Strong risulta vittima dell’ennesimo ruolo del villain scritto in modo superficiale. Potrebbe deludere la soluzione finale, dove l’elemento spettacolare viene meno in favore dello spirito di una pellicola che vuole calarsi in tutto e per tutto nell’età dei suoi personaggi principali. Del resto, si incorrerebbe in un errore non trascurabile nell’aspettarsi un tono grave in “Shazam!”, che risulta palesemente pensato più come una parodia del genere cinecomic – in senso buono – volta a lasciare un sorriso che altro. Questo vale, chiaramente, dall’inizio alla fine: la coerenza, sotto questo punto di vista, è di casa.

Shazam!
7.5 Reviewer
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Pro
Divertimento assicurato Zachary Levi carismatico
Contro
Punti deboli nella trama Sfasamento tra la personalità di Billy e di Shazam
Conclusioni
In fin dei conti, "Shazam!" sembra uscito in sala di bella posta per confermare, dopo il successo di "Aquaman", due elementi di potenziale rottura con il passato cinematografico recente della DC che potrebbero fornire alla casa un'ancora di salvezza. Il primo, già vagamente percepito con "Wonder Woman", è prendere atto del fatto che rendono maggiormente sul grande schermo adattamenti di personaggi fumettistici più o meno inediti al panorama filmico rispetto all'inflazionatissima vecchia guardia costituita da Superman e Batman. Il secondo è invece lo spogliarsi della veste dark in favore della realizzazione di un prodotto che non si prenda particolarmente sul serio, perché è con l'autoironia che si svecchia un genere supereroistico che, almeno sul cartaceo, è ormai più prossimo al secolo che al cinquantennio di vita.
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Valentina Albora

Laureata in Astrofisica, 25 anni, adora il cinema, legge, scrive, cammina, mangia e respira.

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Valentina Albora

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