29 maggio, 1997: ventuno anni fa a Memphis, Tennesse il mondo della musica perde una grande stella. Jeff Buckley, figlio di Tim Buckley, scompare giovanissimo proprio come il padre, in tragiche circostanze nelle acque di un affluente del Mississippi detto Wolf River.
Della tormentata e sublime musica di Jeff Buckley rimangono oggi due album emblematici che hanno definito il percorso di un musicista straordinario che avrebbe potuto donare ancora grandi emozioni al mondo: si tratta di “Grace” e “Sketches for My Sweetheart the Drunk” (uscito postumo seppur incompleto l’anno successivo alla morte dell’artista).
Un immenso ribelle, Jeff Buckley, artista con uno stile musicale fuori da tutte le righe per originalità e potere evocativo, ha lasciato un segno profondo nella musica internazionale. L’unico album completo di Jeff Buckley è innegabilmente un capolavoro: l’album “Grace” trasporta emozioni dalle tinte shakespeariane nella contemporaneità attraverso parole che si perdono nel tempo accompagnate da suoni oscuri e inebrianti.
Un po’ blues, un pò rock, un pò mistico lo stile musicale di Jeff Buckley è unico nel suo genere ed è questa potente originalità a lasciare la sua musica nella memoria collettiva, proprio come da lui desiderato. Il suo album Grace oggi è sentito come uno dei dischi più importanti di tutta la storia del rock.
Jeff Buckley nasce il 17 novembre del 1966. La passione per la musica è di famiglia. Il padre, Tim Buckley era uno tra i più noti cantanti folk americani.
I pochi momenti che Jeff Buckley passa a contatto con il padre, quasi sempre assente e scomparso a soli 28 anni per overdose, instillano in lui la voglia di suonare la chitarra fin da bambino e di unirsi al coro della chiesa che frequentava a Brooklyn. La prematura scomparsa di Tim Buckley creò certamente un grande vuoto nella vita di Jeff, ma anche una notevole eredità musicale da non deludere, soprattutto per un figlio intenzionato a fare musica.
Non a caso nell’adolescenza di Jeff arrivano i primi riconoscimenti musicali e le prime performances che avviano la sua carriera. Prima della grande fama, Jeff Buckley era solito esibirisi il lunedì sera in una caffetteria di New York City chiamata Sin-è. Di queste sue splendide esibizioni rimane oggi ancora qualche live registrato di eccezionale valore musicale in cui Jeff Buckley regala al pubblico cover davvero imperdibili.
La carriera di Jeff Buckley è stata di breve durata, ma fin da subito carica di intensità artistica. Tra le sue influenze musicali c’è il jazz, il rock, il progressive rock, da Bob Dylan ai Led Zeppelin fino a Billie Holiday. Sarà lo stesso Bob Dylan, anni dopo a parlare proprio di Jeff come uno dei migliori compositori al mondo.
Il grande successo non tarda ad arrivare e nel 1994 l’album “Grace” fa conoscere Jeff a livello internazionale.
Dopo soli tre anni dal suogrande momento, avviene la tragica scomparsa. La morte di Jeff Buckley è in verità ancora oggi avvolta nel mistero. A dare qualche informazione in più a riguardo è il manager storico del cantante che di recente racconta in un libro gli ultimi giorni di vita del suo cliente. Il manager descrive comportamenti irregolari, una strana diversità che condusse Buckley il 29 maggio di 21 anni a far fermare il furgone guidato dall’autista Keith presso il fiume per fare un bagno. Così, senza nemmeno togliersi i vestiti, con alla radio Whole lotta love dei Led Zeppelin , il cantante entrò nelle pericolose acque del Wolf River, Mississippi e non fece più ritorno.
Le ipotesi sulla misteriosa morte di Buckley sono state le più svariate: suicidio, incidente, giallo? La verità sembra non essere così facile da capire. Nell’analisi del corpo ritrovato dopo qualche giorno non vi furono prove di uso di droghe, farmaci o alcol. Il mistero sembra appartenere all’acqua e rimane ancora irrisolto.
Gogo Magazine ricorda Jeff Buckley con una scelta tra le sue più intense interpretazioni, sia cover che brani originali.
Di seguito la nostra selezione di canzoni in ricordo di questo straordinario artista.
1. Jeff Buckley suona al Sin-è una cover di Strange Fruit di Billie Holiday, un brano di straziante denuncia contro la schiavitù. Da brividi!
2. L’inebriante Lilac Wine da “Grace”.
3. L’intensa bellisima ballata “Grace” tratta dall’omonimo album “Grace”.
4. Last Goodbye da “Grace”.
5. Un’ imperdibile emozionante cover della mistica “I shall Be Released” di Bob Dylan
6. La suggestiva cover di “Calling you”, celebre colonna sonora del film Bagdad Cafè.
7. Una delle cover senz’altro più celebri e struggenti di Buckley, Hallelujah di Leonard Cohen.
8. Everybody here wants you da “Sketches for My Sweetheart the Drunk”.
9. Un classico, So Real da “Grace”.
10. L’evocativa You & I da “Sketches for My Sweetheart the Drunk”.