Il nuovo team di scrittori, recentemente rivelato, che ha portato a compimento la stesura dell’undicesima stagione di Doctor Who, anticipa lo stile, il mood e le tematiche degli episodi che vedranno protagonista il Tredicesimo Dottore di Jodie Whittaker, puntando principalmente su un obiettivo: l’inclusione della totalità degli spettatori.
La nuova era di Doctor Who, inaugurata da Chris Chibnall e Jodie Whittaker, sarà portatrice di sostanziali cambiamenti sia sulla scena che dietro le quinte. Fin dal principio, infatti, il team di sceneggiatori che ha collaborato con Chibnall all’ideazione e alla stesura degli episodi che comporranno l’undicesima stagione di Doctor Who ha impostato con sicurezza ed entusiasmo le direttive e gli obiettivi che il nuovo volto della serie avrebbe presentato.
Organizzati secondo il modello statunitense della Writers Room, ossia con una maggiore collaborazione nella scrittura della serie i cui singoli episodi sono poi sviluppati da uno sceneggiatore in particolare, i nuovi scrittori di Doctor Who hanno anticipato gli stili e le atmosfere che pervaderanno l’undicesima stagione, concordando nell’obiettivo primario che il team si è posto: coinvolgere la totalità degli spettatori nelle loro storie.
“Parte dell’entusiasmo di scrivere per Doctor Who sta proprio nel cercare di sorprendere gli spettatori, indipendentemente dall’età, introducendo qualcosa di inaspettato anche quando credono di sapere già cosa accadrà”, ha affermato la sceneggiatrice Malorie Blackman, di già autrice di brevi storie nell’universo di Doctor Who e parte di un team socialmente variegato che offrirà dunque una vasta gamma di prospettive.
Blackman ha poi descritto l’episodio di cui ha curato la stesura come “profondo, stimolante e attuale”, uno stile che sembra dunque procedere coerentemente con il mood generale della stagione.
Le fa eco Vinay Patel che con il suo episodio ha cercato di riprendere le origini educative e istruttive di Doctor Who [ricercate e volute da Sydney Newman], descrivendo infatti la sua storia come “istruttiva, epica ed emozionante”.
Ma ci sarà spazio anche per l’aspetto più elettrizzante e divertente della serie, la cui undicesima stagione potrebbe essere, a detta degli sceneggiatori Pete McTigh, Joy Wilkinson e Ed Hime, la più “spaventosa e divertente” di Doctor Who finora, tanto da definire i rispettivi episodi “inquietanti, divertenti e oscuri”, una caratteristica che in fondo non è mai venuta meno nello show soprattutto durante l’epoca di Steven Moffat.
Impegnativo e stimolante è stato anche il lavoro dei nuovi registi di Doctor Who che tante volte si sono ritrovati a dover gestire problematiche condizioni metereologiche che però hanno saputo gestire o a volte sfruttare a proprio vantaggio, come afferma cripticamente Jamie Childs che ammette di “aver cercato e ottenuto un particolare tipo di cattivo tempo”.
Il nuovo team TARDIS, così corposo e variegato, ha rappresentato l’ennesima sfida per gli sceneggiatori di Doctor Who che hanno provato a concedere a tutti loro il giusto spazio nei 50 minuti di durata dell’episodio, privilegiando sia l’aspetto individuale che quello collettivo del gruppo.
Sebbene nulla di concreto sia stato rivelato dunque dagli scrittori della serie, è affascinante notare quanto la nuova squadra creativa di Doctor Who avesse le idee piuttosto chiare sul percorso da intraprendere per l’undicesima stagione, inseguendo all’unisono degli obiettivi originali e differenti che concederanno certamente allo show il nuovo inizio che merita.
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