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Red Dead Redemption 2 RECENSIONE – L’epopea western di Rockstar

Dopo una lunga attesa Red Dead Redemption 2 è finalmente disponibile e Rockstar Games si cimenta con l’open world più vasto di sempre cercando di porre un nuovo standard per l’industria.

Otto anni fa, nel 2010, usciva su PlayStation 3 e Xbox 360 Red Dead Redemption. Un titolo inusuale per Rockstar Games, che poneva una seria scommessa su una nuova IP ambientata nel selvaggio West e basata su meccaniche mutuate dalla serie di GTA. Non si trattava di un gioco per tutti, come le vendite dimostrarono, di gran lunga inferiori ai successi di Gran Theft Auto. Eppure Rockstar fu estremamente soddisfatta del titolo, così come i giocatori che trovarono in Red Dead Redemption e nell’avventura di redenzione di John Marston un’epopea western degna dei migliori film di Sergio Leone. Una frontiera ben più deserta di quella che poi è stata la Los Santos di GTA V, uscito tre anni dopo nel 2013.

Dopo la prova monstre di quello che è ora uno dei giochi più venduti della storia, la software house americana ha cominciato a lavorare in sordina, con la campagna marketing che ha avuto come al solito un’impennata negli ultimi mesi, a Red Dead Redemption 2. Anni di sviluppo che sono culminati con il 26 ottobre, data in cui (dopo il rinvio) il titolo è finalmente uscito su PlayStation 4 e Xbox One. Aspettative stratosferiche hanno accompagnato l’avvicinamento all’uscita, con Rockstar che come al solito ha centellinato le informazioni per fare in modo che i giocatori si godessero a pieno l’esperienza di gioco, con meno anticipazioni possibili. E così è stato.

Red Dead Redemption 2 Recensione

In fuga

Red Dead Redemption 2 è un prequel del primo capitolo: il protagonista è ora Arthur Morgan, membro della famosa banda di fuorilegge di Dutch Van der Linde. Il gruppo, di cui fa parte anche un giovane John Marston, è in fuga dopo una rapina finita a male a Blackwater. Da questo semplice avvenimento prendono le fila della lunga ed emozionante storia che Rockstar ha deciso di raccontarci: la storia di un gruppo di persone ormai ai confini della società, non più accettate da un’America che sta volando verso il futuro.

Quello narrato da Rockstar è infatti il tramonto del selvaggio West e dei fuorilegge, ormai braccati dai cacciatori di taglie e dagli agenti del governo. La banda è proprio il fulcro della narrazione, insieme al viaggio personale di Arthur: un gruppo di persone dalle più disparate provenienze, unite dalla carismatica leadership di Dutch Van der Linde. E’ proprio lui che lega tutti i membri di questa particolare “famiglia”, per un motivo o per l’altro, e ognuno di loro è pronto a dare la vita e tutti i suoi averi per il bene del gruppo. Almeno per ora. La storia narra quindi la disperata fuga della banda e il suo cercare di nascondersi dagli agenti speciali che ormai braccano Dutch e i suoi compari più stretti. Che effetti avrà questa tensione sul gruppo? La narrazione si dipana per decine e decine di ore e, per evitare spoiler di qualsiasi sorta, ci limiteremo a dire che partirà forse un po’ in sordina, ma saprà tenervi incollati allo schermo.

Mondo aperto

Red Dead Redemption 2 è un gioco open-world. La definizione potrebbe forse addirittura stagli un po’ stretta, visto che prende tutte le meccaniche tipiche del genere e le espande alla massima potenza possibile. Noterete, se li avete giocati, diversi riferimenti (in merito al gameplay) ad altri titolo open-world, primo tra tutti The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Saggiamente Rockstar si è ispirata ai migliori esponenti del genere, per creare quello che forse in questo momento può essere indicato come IL migliore, insieme proprio all’ultimo Zelda. Partiamo dalla mappa: la superficie di territorio esplorabile in Red Dead Redemption 2 è enorme. Praticamente ogni luogo (con qualche piccola eccezione) che vedrete all’orizzonte è raggiungibile a cavallo. Si parte dalle zone montuose e innevate a nord, per finire ai campi umidi del sud-est che così tanto ricordano la Georgia.

Ogni metro quadrato della mappa è vivo e ricco di dettagli, gli animali presenti sono moltissimi e reagiscono ad ogni vostro movimento con una naturalezza sorprendente. Il clima può cambiare in modo repentino, passando dal sole splendente alla pioggia scrosciante e il cambio tra il giorno e la notte dà origine a spettacoli di luce indimenticabili. Il nostro Arthur potrà esplorare tutto questo in sella al suo fidato destriero. Il viaggio rapido esiste, ma sarà sbloccabile dopo alcuni miglioramenti del vostro campo base. Tuttavia ne sentirete di rado il bisogno: cavalcare nella meravigliosa ambientazione creata da Rockstar non è mai un peso, e il tutto potrà essere ulteriormente alleggerito grazie alla “visuale panoramica”, una particolare opzione che vi consentirà di scegliere una meta sulla mappa e lanciare il vostro cavallo al galoppo per poi mollare il pad e godervi la regia cinematografica che segue il vostro personaggio durante il viaggio. Inoltre sarà possibile spostarsi, a pagamento, sia con le diligenze che con i treni.

Come ogni open-world che si rispetti, anche questo è ricco di attività da svolgere, oltre alle missioni di trama principali. Ma Rockstar non si è limitata a dei semplici riempitivi. Se da una parte ci sono le quest secondarie degli Sconosciuti, in ogni momento mentre vagherete per la mappa potrete assistere ad eventi casuali più o meno sorprendenti e interessanti, a volte anche estremamente brevi. Potrete anche decidere autonomamente se intervenire o meno, influendo direttamente sull’Onore di Arthur. Non finisce qui però: sono presenti naturalmente anche la caccia e la pesca, attività realizzate con una tale cura da poter risultare quasi dei giochi a sé. Potrete fermarvi in ogni momento per cacciare qualsiasi specie animale desiderate, con l’ausilio del fidato arco e delle esche (per erbivori e predatori). Gli animali uccisi vi forniranno carne da cuocere o da donare al cuoco della banda e pelli per realizzare abiti o potenziamenti. Lo stesso vale per la pesca, che potrete esercitare in qualsiasi specchio d’acqua preferite, prestando naturalmente attenzione ad utilizzare l’esca adatta (da lago, da fiume, da palude).

Sono presenti nel gioco anche i cosiddetti “Animali Leggendari”, particolari esemplari di alcune specie (29 in totale tra animali di terra e pesci) che una volta cacciati vi forniranno le pelli leggendarie, utili per creare abiti unici. Alle attività si uniscono anche i classici minigiochi, presenti anche nel primo RDR, come il Poker, il Domino, il Black Jack e il gioco delle 5 dita. Per non parlare poi delle caccia al tesoro (alcune di difficoltà davvero elevata) e la ricerca dei molti oggetti collezionabili, come le carte delle sigarette e… diversi altri che non anticiperemo. Ma l’open-world di Red Dead Redemption 2 è anche spietato se non saprete come prenderlo: agguati, banditi, animali feroci, cacciatori di taglie, tempo atmosferico da tenere d’occhio. Bisognerà prestare anche attenzione a nutrire e far riposare sia Arthur sia la sua cavalcatura, per evitare fastidiosi malus.

L’open world di Red Dead Redemption 2 è vivo come non mai, ricco di avvenimenti e attività da svolgere, che spesso rischieranno di farvi “dimenticare” la campagna principale. Il mondo di gioco reagisce ad ogni nostra azione in modo sorprendente, dagli NPC agli animali ai nostri compagni, mostrando un’attenzione per i dettagli maniacale e un lavoro sullo sviluppo dell’IA che conferma i progressi a cui Rockstar puntava dopo GTA V. Ogni personaggio, anche il più “inutile”, agisce in modo coerente e sensato: provate a seguire un NPC per diverse ore (se avete tempo da impiegare) e ne avrete la prova.

Realismo

Uno degli elementi su cui lo sviluppo di Red Dead Redemption 2 si è concentrato è il “realismo”. Questo emerge da ogni singolo dettaglio nel gioco, dal comportamento dei cavalli, ai movimenti stessi di Morgan, fino alle esigenze di cibo e riposo sia per noi che per il nostro destriero. Questo naturalmente porta ad alcuni “compromessi”, se così vogliamo chiamarli, sul lato della giocabilità. Attenzione: non sto parlando di un difetto, ma di una semplice scelta sulla natura del gioco. Il realismo porterà quindi a determinate questioni di cui tenere conto, come i controlli che possono risultare forse macchinosi, ma che seguono ogni singolo movimento effettuato con coerenza dal personaggio; le hitbox degli ostacoli che potremo incontrare galoppando, che se non eviteremo comporteranno un volo notevole del nostro Arthur, con conseguente rischio di ferire il cavallo, che in casi limite arriverà addirittura a morire. In questo caso l’unica cosa da fare sarà rimuovere la sella e utilizzarla su un nuovo cavallo. Se però ci troviamo in un luogo sperduto lontano da qualsiasi centro abitato, sarà un bel problema. La sella, appunto, è un elemento fondamentale: su di essa potremo caricare diversi oggetti ed equipaggiamenti, oltre che armi. Importante: una volta che si scende da cavallo bisognerà ricordare di prendere le armi dalla sella, pena trovarsi nel bel mezzo di un conflitto a fuoco armati solo del vostro revolver. Non che sia un male, ma un fucile in più può sempre essere utile.

Le condizioni fisiche di Arthur saranno influenzate da quanto lo facciamo mangiare e riposare: potrà risultare sottopeso oppure sovrappeso, ed entrambi questi stati influiranno sull’energia e sulla salute. Come detto, bisognerà prestare attenzione anche alle condizioni atmosferiche e al clima: se vi avventurerete sulle montagne innevate del nord, dovrete indossare gli abiti adatti. Così come a sud la temperatura sarà decisamente più alta, favorendo l’utilizzo di completi più estivi. Anche il sistema di shooting è influenzato dalla scelta realistica: le nostre armi non spareranno una serie di raffiche senza soluzione di continuità, ma ad ogni colpo – pistola o fucile che sia – sarà necessario il caricamento del colpo successivo in canna. Qualcosa che forse vi lascerà spiazzati all’inizio, ma che poi imparerete a gestire senza grossi problemi.

Una grande famiglia

Un paragrafo a sé vorrei dedicarlo alla gestione del campo base e ai nostri compari di scorribande. La banda avrà un “quartier generale”, che si sposterà più volte nel corso della storia in zone diverse della mappa. Sarà molto importante gestirne i vari aspetti e contribuire ai fondi con donazioni in denaro, cibo o altri beni di necessità. Potremo anche gestirne direttamente le migliorie, tramite un Libro Contabile che ci permetterà di approvvigionare provviste di vario genere e migliorare alcune strutture, tra cui anche il nostro stesso alloggio. All’interno del campo sarà anche possibile effettuare piccoli lavoretti, come tagliare la legna o trasportare balle di fieno, il tutto per sentirci sempre più parte della comunità. Sarà possibile anche intrattenersi con i minigiochi, dal Poker al Domino alle 5 dita.

Potrà capitare che alcuni dei nostri compagni ci richiedano di procurargli alcuni oggetti, oppure che vogliano compiere con noi determinate attività, come dei furti oppure andare a pesca. Insomma, una vera e propria vita comunitaria, con ognuno che svolge i suoi compiti per “portare avanti la baracca”. Il momento migliore per essere al campo base tuttavia è la sera, in cui tutti si prendono una pausa dalle loro attività e si radunano intorno al fuoco, per bere, cantare e divertirsi insieme, cercando forse di mitigare quella sensazione di essere prede di una caccia spietata.

Come già sottolineato, ogni personaggio agisce e reagisce in modo coerente, si dedica alla propria attività e mai vedrete uno di loro intento in qualcosa che non abbia senso. Compreso quello accasciato a dormire sul tavolo da Poker perché troppo ubriaco.

Uccidere o essere uccisi

Il mondo di gioco di Red Dead Redemption 2 è spietato e non dovete affrontarlo con leggerezza. Potrete naturalmente scegliere se comportarvi “rettamente” o darvi ai crimini più disparati. Se la vostra scelta sarà quest’ultima, preparatevi a sfregarvi le mani: potrete compiere infatti qualsiasi atto nefando vi possa venire in mente. Derubare i cittadini, assalire i passanti, rubare diligenze, assaltare treni. Tutte attività che potranno garantirvi un discreto bottino, al costo però di una taglia sulla vostra testa che aumenterà sempre di più, a meno che non decidiate di pagarla presso un ufficio postale. Una volta ricercati, dovrete fare molta attenzione agli spietati cacciatori di taglie che si metteranno sulle vostre tracce e che potrebbero spuntarvi alle calcagna in qualsiasi momento. Affrontarli è possibile, ma saranno particolarmente agguerriti.

In vostro aiuto verrà però la feature di gameplay che più caratterizza la serie: il Dead Eye. La meccanica di base è sempre la stessa: tramite la pressione di R3/R si attiverà il rallentamento del tempo e potrete targhettare i nemici per poi eliminarli rapidamente con una raffica micidiale. Il Dead Eye si potenzierà mano a mano che completerete missioni e migliorerete il combattimento, permettendovi di puntare più bersagli e di evidenziare i punti deboli. Inoltre attivandolo mentre si è a caccia saranno evidenziati anche i punti deboli dell’animale.

Le sparatorie in generale sono di una difficoltà gestibile, tutto dipende naturalmente anche dal vostro livello di ricercati: se questo è alto infatti vi pioveranno addosso da ogni dove cacciatori di taglie e uomini di legge, e diventerà sempre più difficile sopravvivere. In realtà a dirla tutta la morte del personaggio in questo Red Dead Redemption 2 non è stata resa particolarmente problematica da Rockstar, anzi. Se vi capiterà di perdere la vita, per qualche incidente dovuto ad una caduta da una roccia particolarmente elevata (sì, mi è successo) o causa crivellamento di colpi, spawnerete a non molta distanza. Unico malus, perdere eventuali pelli o animali ce trasportavate sul cavallo e un po’ di denaro.

Il mio tesoro

Altro elemento di cui parlare, che in questo titolo raggiunge vette di maniacalità mai viste, è quello della personalizzazione. C’è una quantità enorme di abiti acquistabili e realizzabili per vestire il nostro Arthur come più ci aggrada. I cavalli stessi possono essere modificati tramite alcune scelte estetiche, come la criniera o la lunghezza della coda, per non parlare delle selle e degli accessori per queste che è possibile acquistare. Possiamo anche decidere la lunghezza di barba e capelli: preferite un pistolero barbuto o un glabro fuorilegge? A voi la scelta.

Un altro dei lati di personalizzazione in cui i giocatori potranno sbizzarrirsi, con il rischio di passare parecchio tempo ad esaminare tutte le opzioni possibili, è quello legato alle armi. Ognuna di esse può essere non solo potenziata (con la scelta di mirini, lunghezze della canna e così via), ma anche completamente personalizzata: si può scegliere il rivestimento, il tipo di legno del calcio, le incisioni e gli intagli, il tipo di metallo. Insomma una sorta di editor fatto e finito per le nostre armi.

A nostra disposizione avremo parecchie armi tra cui scegliere: revolver, pistole, armi a ripetizione, fucili a canna liscia, fucili di precisione, oltre che le armi corpo a corpo come coltelli e accette. Ognuno di questi è completamente personalizzabile, a parte le armi uniche, che otterrete compiendo particolari missioni secondarie (come quella dei Pistoleri Leggendari).

Gli ingranaggi di un capolavoro

Una produzione di tale portata ha ovviamente dietro di sé mezzi tecnici non indifferenti. E questi sono evidenti, in RDR2. Rockstar Games ha preso gli hardware Xbox One e PlayStation 4 e li ha spremuti fino a realizzare qualcosa che ancora non si era visto su nessuna console. Non parliamo solo delle versioni “potenziate” PS4 Pro e Xbox One X, ma anche delle versioni base che, seppure con qualche piccolo compromesso, regalano un’esperienza altrettanto appagante e sorprendente. L’aspetto grafico di Red Dead Redemption 2 è qualcosa di mai visto. Un’ambientazione di rara bellezza che lascia senza fiato, realizzata con una minuzia ed una cura maniacale. Ogni texture è rifinita al dettaglio, la profondità di campo è incredibilmente ampia, per non parlare dei modelli degli animali e dei protagonisti. Se passiamo ai personaggi più secondari si nota naturalmente una cura minore, ma è comprensibile vista la mole di animazioni. Queste ultime, soprattutto nelle scene di intermezzo, lasciano a bocca aperta per la maestria con cui le espressioni dei personaggi risultino incredibilmente realistiche. Tutta questa eccellenza è in grado quindi di far dimenticare i soliti difettucci grafici, come qualche calo di frame e alcune compenetrazioni che a volte possono capitare. Sono presenti anche alcuni bug, riscontrati però molto di rado.

Una delle cose però in cui eccelle Red Dead Redemption 2 è la resa degli effetti di luce, i migliori che si possano vedere al momento in un prodotto videoludico. Dall’alba al tramonto, l’effetto della nebbia, la luce della luna, le tempeste di neve. Tutti effetti realizzati incredibilmente bene e che non faticheranno a farvi restare a bocca aperta. Vi capiterà spesso, ve lo assicuro, di fermarvi mentre state galoppando verso la meta, per il desiderio impellente di realizzare un’istantanea del paesaggio, sempre diverso, sempre cangiante, mai noioso.

Ma anche l’orecchio vuole la sua parte. Cos’è infatti una storia epica senza un accompagnamento sonoro d’eccezione? Anche in questo Rockstar non si smentisce, affidando la colonna sonora a Woody Jackson, già responsabile di quella del primo capitolo e di GTA V. Tuttavia la soundrack di Red Dead Redemption 2 non si limita ad un banale sonoro tipico western, affatto. Le melodie sono complesse e sfaccettate, sempre diverse e passano da momenti di tensione a momenti più rilassati che accompagnano le nostre cavalcate, mostrando una maturità di genere sorprendente.

Altro lato che sorprende ed aiuta ad immergere ancora di più il giocatore nel mondo di gioco sono gli effetti sonori, incredibilmente curati e realistici: il rumore degli zoccoli del cavallo dalla terra al legno, i passi sulla neve, la carne sul fuoco, il whisky versato nel bicchiere. Ogni dettaglio realizzato non solo con cura, ma con quello che potremmo definire amore puro per il medium.

Qualcosa finisce, qualcosa inizia

Non ho scelto a caso di terminare questa lunga disamina con una citazione, i più attenti l’avranno notata, di The Witcher 3. Il terzo capitolo della saga di CD Projekt Red, quando uscì, si pose come standard da diversi punti di vista per le produzioni open world a venire: l’ambientazione, la cura delle quest, la caratterizzazione dei personaggi. Red Dead Redemption 2 irrompe con forza sul mercato e pone il SUO standard, come quello che può essere un nuovo inizio per il genere. Una volta giocato a questo titolo, non sarà semplice tornare ad approcciarsi con altri open world senza fare un paragone. Naturalmente parliamo di un genere molto complesso e sfaccettato, nel quale a volte è avvantaggiato il realismo, a volte la giocosità, a volte la trama. Ma, come già detto, Red Dead Redemption 2 prende il meglio dai migliori esponenti e lo porta alla massima espressione possibile al momento. Per molti anni a venire Rockstar sarà un esempio per chiunque deciderà di realizzare un open world.

Tengo però, in conclusione, a precisare una cosa: Red Dead Redemption 2 è un titolo che, nonostante l’hype e il successo di vendite, non è per tutti i palati. Non fatevi trasportare dai pareri entusiastici, compreso quello di questa recensione, che vanno comunque a riassumere la realizzazione sublime di un titolo eccezionale. Esiste la soggettività e ogni videogiocatore è diverso. Red Dead Redemption 2 è un gioco dai ritmi lenti e riflessivi, adatti a chi ha piacere a lanciarsi per miglia a cavallo e ammirare il panorama, fermandosi e facendosi distrarre dalla possibilità di una caccia fruttuosa, di una rapina conveniente, o banalmente dalla curiosità di scoprire cosa c’è dietro a quella collina. Quindi, pur trattandosi senza dubbio di un capolavoro, riflettete prima di tutto su che tipo di giocatori siete.

Red Dead Redemption 2 RECENSIONE
9.6 Reviewer
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Pro
Il miglior open world in circolazione Storia epica e avvincente Realizzazione tecnica eccezionale Quantità sorprendente di cose da fare
Contro
Ritmo lento, non è per tutti i palati Difficile giocare ad altro, dopo questo
Conclusioni
Red Dead Redemption 2 non delude le aspettative e si dimostra il capolavoro che Rockstar aveva promesso. Va a porre un nuovo standard nel genere open world, oltre che in generale nell'industria. Bisogna considerare che lo stampo estremamente realistico e i ritmi lenti potrebbero scoraggiare qualche giocatore, che giustamente farà meglio a dirigersi verso altri lidi videoludici. Non dimenticheremo facilmente l'epopea western di Arthur Morgan, personaggio convincente e addirittura per certi versi migliore del John Marston del primo capitolo. In attesa di Red Dead Online.
Trama
Gameplay
Comparto Tecnico
Sonoro
Comparto Artistico
Colonna Sonora
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Maddalena Golia

Cresciuta negli anni '90, videogamer da sempre e appassionata di scrittura, oltre che laureata in Archeologia.

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Maddalena Golia

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