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Avengers senza Capitan America: Cosa accadrà al MCU
Published
6 anni agoon
Analizziamo l’attuale situazione del MCU ora che Chris Evans ha detto addio al ruolo di Capitan America. Cosa accadrà agli Avengers? Scopriamolo, insieme ad approfondimenti e curiosità relative al personaggio di Cap.
Avengers: Infinity War ha cambiato le carte in tavola. Con il suo finale, che ha fatto discutere tutti negli ultimi mesi, si è guadagnato l’apprezzamento da parte di critica e pubblico. Tutti si stanno chiedendo cosa cambierà ora nel Marvel Cinematic Universe. Anche per questo è molto atteso Captain Marvel, origin story dell’eroina che salverà il mondo da Thanos (?). Ma, ultimamente, qualcosa ha scosso ancora di più i fan: Chris Evans, dopo quasi dieci anni, ha abbandonato il ruolo di Captain America. L’ultimo film dove il “primo vendicatore” farà la sua apparizione sarà proprio l’atto conclusivo della fase 3 del MCU, ovvero Avengers 4 (o Avengers Infinity War 2 o, ancora, The Last Avenger).
“Capitan America raduna folle da record quando organizza combattimenti per beneficenza. E la sua popolarità resta sempre alle stelle. È passato dall’ammirazione a una sorta di venerazione. Chissà cosa ci trova la gente! Dovrebbe essersi stufata dei buffoni in costume come noi. Ma forse ha bisogno di credere in qualcuno o qualcosa di superiore.” – Wolverine
Il seguente articolo potrebbe contenere SPOILER riguardanti Avengers: Infinity War. Continuate a vostro rischio e pericolo.
Capitan America e gli Avengers – Il futuro del MCU
Qual è il destino di Captain America?
Cap è uno dei pochi ad essere sopravvissuto all’Infinity War. Questo fa sorgere delle domande, perché Chris Evans ha affermato che Avengers 4 sarà l’ultimo film nel quale interpreterà il Capitano. Questo significa che morirà? Che il prossimo scontro con Thanos sarà fatale? Potrebbe essere, ma non è detto. Ovviamente, per placare gli animi, Chris Evans, dopo il tweet di addio, ha puntualizzato che il suo ritiro non implica il fatto che Captain America morirà in Avengers Infinity War 2.
“Devo chiarire una cosa circa quello che ho twittato e che molte persone hanno letto come una sorta di spoiler. A prescindere da come finirà Avengers 4, il mio tweet non sarebbe cambiato in alcun modo. L’ultimo giorno sul set è stato emotivamente molto carico, il culmine di 10 anni di riprese per 22 film di questo arazzo del tutto incredibile. Provi delle emozioni decisamente più intense di quanto preventivato. E mi sembrava giusto condividere questa gratitudine. Sapevo che avrebbe dato vita a un effetto a catena, ma non sto né confermando né smentendo nulla.”
Per scoprire quale sarà il destino di Capitan America, quindi, dovremo aspettare l’uscita di Avengers 4 nelle sale, programmata per il prossimo 3 maggio. Tuttavia, possiamo già iniziare a farci un’idea di quanto accadrà.
Il Capitano è morto. Lunga vita al Capitano!
Proviamo a supporre che Captain America muoia in Avengers Infinity War 2. Se ciò accadesse, gli Avengers perderebbero uno dei loro punti cardine. Colui che ha dato il via a tutto (anche se non è stato il primo supereroe a fare la sua apparizione nell’MCU). In questo caso, la Marvel potrebbe prendere la palla al balzo per spiazzare il pubblico e far uscire di scena tutta la “prima generazione” di Avengers.
Ricordiamo che i Vendicatori sopravvissuti a Thanos sono praticamente solo quelli storici. Questo potrebbe significare che, durante l’ultimo scontro con Thanos, potrebbero morire tutti i “veterani”, così da lasciare spazio alle “nuove leve”. Anche perché quasi dieci anni ad interpretare lo stesso personaggio sono tanti. Chris Evans ne è un esempio. Ha fatto il suo giro sulla giostra, ma ha capito che era arrivato il momento di scendere. Quindi non è da escludere questa possibilità “catastrofica”. Una nuova generazione di Avengers va seriamente presa in considerazione.
Si chiude il sipario
Un altro possibile scenario potrebbe essere il seguente. Captain America esce di scena per la sua “vecchiaia”. Non è da escludere il fatto che Cap si ritiri, stanco di combattere questa “guerra senza fine” contro il male. Sarebbe poco convincente e, soprattutto, contraddittorio rispetto alla caratterizzazione del personaggio, visto che non può fare a meno di proteggere le persone. Però, potrebbero seguire la mentalità che Capitan America inizia a sviluppare verso la fine delle sue avventure nei fumetti, quando capisce che non c’è mai fine alla sofferenza. In questo modo, la Marvel non uscirebbe troppo fuori dai binari (anche se questo “nuovo volto” di Cap non è stato mostrato per niente nei film).
“Se non ero pronto per tutte le minacce al sogno americano, come potevo essere Capitan America? Non sono il povero eroe maltrattato che dicevo di essere! Non sono nemmeno uno sciocco! Sono un fallimento! Pensavo di sapere chi erano i buoni e chi i cattivi. Pensavo che le cose non fossero complesse come sono e non ho capito come la brava gente potesse fidarsi di un uomo così malvagio! Ma la mia ingenuità è un mio problema, non dell’America! Il paese non ha deluso me, io ho deluso lui, non essendo quel che potevo essere! […] Quel che sto dicendo è che ci dev’essere qualcuno che combatterà per il sogno, contro qualunque nemico, qualcuno che farà il lavoro che ho iniziato! E Dio sa se non posso lasciare che qualcun altro corra i rischi che io devo correre!” – Captain America
La storia di Capitan America nel Marvel Cinematic Universe
Captain America – Il Primo Vendicatore
Regia: Joe Johnston | Anno: 2011
La prima apparizione di Capitan America nell’Universo Cinematografico Marvel risale al 2011. Ne Il Primo Vendicatore vediamo l’origine di Cap, quando ancora era un ragazzo magrolino di nome Steve Rogers che voleva a tutti i costi combattere per il suo paese durante la Seconda Guerra Mondiale. Malgrado le sue condizioni fisiche, si arruola grazie alla sua determinazione, ma quando i maggiori vedono che non riesce a “stare al passo”, cercano di mandarlo a casa. Tuttavia, Steve accetta di partecipare ad un particolare esperimento che dovrebbe fornirgli una forza e una resistenza pari a nessun altro uomo.
L’esperimento va a buon fine e così Steve Rogers, solo un ragazzino di Brooklyn, diventa il possente e forzuto Capitan America. Il primo villain che affronta è Teschio Rosso, capo dell’HYDRA, un’organizzazione segreta che ha come unico obiettivo quello di controllare il mondo. Il combattimento finale, a bordo di un Ala volante, vede Teschio Rosso risucchiato da un portale aperto dal Tesseract (manufatto che si scoprirà contenere una delle Gemme dell’Infinito). Questo “spiega” perché ritroviamo il villain sul pianeta dove è custodita la Gemma dell’Anima in Infinity War.
Per evitare un bombardamento di proporzioni mastodontiche su alcune città statunitensi, Capitan America si sacrifica e fa precipitare il veivolo militare nell’Artico. Creduto morto, viene rinvenuto ibernato dallo S.H.I.E.L.D. più di sessant’anni dopo. Grazie alle convincenti parole di Nick Fury, Captain America entra a far parte degli Avengers.
Captain America – Il Soldato d’Inverno
Regia: Anthony e Joe Russo | Anno: 2014
Tre anni dopo l’origin story e due anni dopo la sua apparizione in The Avengers (2012), Captain America torna a salvare il mondo in Il Soldato d’Inverno. Qui si trova ad affrontare il suo migliore amico, che credeva essere morto durante la guerra, ovvero Bucky Barnes. Esposto ad atroci esperimenti, ora è conosciuto come il Soldato d’Inverno, spietato assassino privo di ogni empatia. Oltre a lui, però, Cap deve vedersela anche con l’HYDRA, che ha preso il controllo dello S.H.I.E.L.D., corrompendolo dall’interno.
Steve Rogers cerca in tutti i modi di far tornare in sé l’amico, ma questo non riesce a ricordare a causa delle torture al quale è continuamente sottoposto. Alla fine, durante lo scontro finale con Bucky, Capitan America riesce a salvare il mondo dal piano dell’HYDRA, ma rimane gravemente ferito. Mentre annega nel lago vicino alla sede dello S.H.I.E.L.D., Bucky lo salva portandolo a riva, ma scappa prima che Steve riesca a parlargli. Scomparso nel nulla, rivediamo Bucky al museo di guerra, dove si sofferma a guardare la storia di Captain America.
Captain America – Civil War
Regia: Anthony e Joe Russo | Anno: 2016
Civil War è il preambolo che ha portato al film corale che è Infinity War. Sembra quasi una prova generale, in quanto vediamo nello stesso film più personaggi provenienti dal MCU. In questa pellicola, gli Avengers vengono messi in guardia dal governo. Dopo i fatti di Sokovia (Avengers: Age Of Ultron, 2015) e quelli mostrati all’inizio in Lagos, viene richiesta una maggiore supervisione dei supereroi, che troppo spesso distruggono più di quanto salvano.
I Vendicatori si trovano su linee di pensiero differenti. C’è chi, come Tony Stark, pensa che sia giusta una maggiore supervisione e chi, come Capitan America, pensa sia sbagliato essere controllati da un governo che potrebbe chiedergli di fare anche del male. Durante una conferenza a Vienna proprio per prendere questi accordi, una bomba esplode e uccide il padre di T’Challa (Black Panther). Le telecamere di sicurezza rivelano che a far scoppiare la bomba è stato nientemeno che Bucky Burnes, il Soldato d’Inverno. Così parte una caccia all’uomo per fermarlo.
Capitan America non riesce a credere che sia stato lui, così lo va a cercare. Una volta trovato, scopre che in realtà è stato un certo Helmut Zemo ad architettare il tutto e che lui non ha niente a che vedere con quanto successo. Cap gli crede e fa di tutto per proteggerlo. Gli eventi confluiscono nella Civil War vera e propria, quella tra il gruppo di Captain America e il gruppo di Iron Man.
La lotta finisce con l’infortunio di James Rhodes che, a causa delle ferite, si ritrova con la parte inferiore del corpo paralizzata. Steve e Bucky colgono l’occasione per andare a fermare Zemo, il cui piano è quello di trovare gli altri Soldati d’Inverno addestrati insieme a Barnes e vendicarsi per gli avvenimenti di Sokovia, sua città natale. Iron Man, però, li segue e, dopo che Tony scopre che Bucky ha ucciso i suoi genitori, inizia una lotta furiosa tra i tre. Barnes perde il braccio meccanico e Steve riesce a disattivare l’armatura di Stark. Zemo viene fermato da Balck Panther, che lo consegna alle autorità. Capitan America porta via il suo amico ferito verso un luogo ignoto (che scopriremo essere il Wakanda, terra di T’Challa).
Nove anni in compagnia del Capitano
Questi nove anni trascorsi insieme a Captain America sono stati intensi. Tra tutti i film Marvel, quelli di Cap sono sempre stati (tra alti e bassi) i più soddisfacenti. Questo perché presentavano una storia molto meno “super” e molto più legata ai film di spionaggio, con complotti e spie, sicari e organizzazioni segrete. Sono figli di un genere che ne ha vista di acqua scorrere sotto i ponti.
Accompagnato sempre da Vedova Nera, le missioni di Steve si sono dimostrate più vicine alla realtà rispetto a quelle mostrate in altri film Marvel. Questo perché Captain America è molto più umano di quanto la sua “condizione” mostri. Anche il suo modo di scendere sul campo di battaglia ne è un esempio. Niente armi da fuoco, niente lame, niente manganelli. Solo uno scudo, simbolo della sua indole. Quell’indole che lo ha sempre accompagnato, fin da quando era un semplice ragazzo di Brooklyn. Un’indole rara, fin troppo nel nostro mondo. L’indole della protezione.
Captain America è lo scudo che separa il bene dal male. I buoni dai cattivi. La libertà dall’oppressione. O meglio, “era“. Ora quello scudo si è rotto, lasciando un posto vacante. Chi sarà così folle da rimettere insieme i pezzi? Chi si frapporrà tra il bene e il male come solo Capitan America aveva il coraggio di fare? Chi avrà il fegato di imbracciare quello scudo?
“La missione non è solo mia, la missione è insita nel simbolo. E se non indosso questa uniforme, lo farà qualcun altro. Qualcun altro lo farà sempre, perché è la cosa più difficile dell’essere Capitan America. Capire che la missione è troppo grande… e non finirà mai.” – Captain America
Buona fortuna Cap!
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Tenace adoratore del mezzo cinematografico, cerco sempre un punto di vista fotografico in tutto ciò che mi circonda. Videogiochi, serie televisive, pellicole cinematografiche. Nulla sfugge al mio imparziale giudizio.