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Fallout 76 | Recensione – Una piacevole avventura minata da un livello tecnico disastroso
Published
6 anni agoon
In questo articolo vogliamo finalmente dirvi la nostra su uno dei titoli più discussi degli ultimi giorni. I voti della critica fin’ora non sono stati dei migliori ma, ad approfondire meglio la vicenda, abbiamo potuto capire come in Fallout 76 si nasconda effettivamente un gran potenziale.
Nel lontano 1997 esce su PC “Fallout: A Post Nuclear Role Playing Game”, in futuro conosciuto come Fallout. Tale gioco, ambientato in un futuro post-apocalittico raggiunto a causa di conflitti tra Cina e Stati Uniti d’America per il possesso di petrolio e uranio, avrebbe dato inizio a una delle saghe RPG più famose del mondo videoludico. Con Fallout 76 però, Bethesda, nonostante il motto “la guerra non cambia mai”, ha provato a rinnovare il brand inserendo una nuova funzionalità all’interno del gioco: il multiplayer online. L’azienda ha infatti deciso di fare salto nel buio creando un mondo open-world condiviso.
Per Bethesda si tratta del primo tentativo in questa direzione e, sapendo che il loro pubblico è ormai abituato a titoli singleplayer per quanto riguarda i loro prodotti, gli sviluppatori hanno dichiarato che il gioco sarebbe potuto essere portato avanti in solitaria senza particolari svantaggi. I dubbi però non hanno smesso di crescere e già a partire dai primi giorni dopo il rilascio, Fallout 76 è stato sommerso da critiche e voti negativi. Prima di arrivare a dare un nostro giudizio sul titolo, abbiamo voluto trascorrere veramente un gran numero di ore all’interno della Virginia Occidentale, cercando di provare ogni tipo di attività proposta dal team di Bethesda e provando a esplorare nel modo più approfondito possibile il vasto mondo di gioco. Andiamo dunque a vedere se questo titolo sia effettivamente riuscito ad aprire un nuovo brillante format all’interno del brand o se si tratti solamente di un tentativo mal conseguito.
[Durante la recensione abbiamo giocato la nostra partita su Xbox One, tutti i dati relativi al lato tecnico dell’opera si basano quindi sulla nostra esperienza su console Microsoft]
Fallout 76: una trama interessante ma priva di un reale coinvolgimento
In Fallout 76 ci troviamo a vestire i panni di uno dei sopravvissuti del Vault 76. Siamo nell’anno 2102, 25 anni dopo la guerra nucleare e ben 59 anni prima degli eventi narrati nel primo Fallout. Al nostro risveglio scopriamo di essere finalmente arrivati al tanto agognato Reclamation Day e possiamo dunque abbandonare il Vault 76 alla volta della Virginia Occidentale. Prima di uscire però, ci vengono consegnati i beni di prima necessità e alcuni materiali con cui iniziare la nostra avventura. Una volta abbandonato il Vault, quello che ci troviamo davanti non è esattamente quello ci saremmo potuti aspettare. Davanti a noi infatti si staglia un panorama ricco di vegetazione, che negli anni post 2077, ha iniziato a crescere più rigogliosa che mai.
Se a un primo impatto però, può sembrare un ottimo ambiente da cui iniziare a porre le basi per un nuovo inizio, una volta compiuti i primi passi, abbiamo iniziato a notare come le cose in realtà non fossero esattamente normali. Intorno a noi infatti abbiamo visto una fauna decisamente fuori dal comune e abbiamo notato che la flora, che a un primo sguardo poteva sembrare normale, non lo era affatto. Dopo qualche minuto di esplorazione, la voce del soprintendente ci riporta alla realtà parlando di una nuova minaccia che si aggira nella Virginia Occidentale spargendo un virus letale per l’uomo.
Continuando la nostra avventura infatti, scopriamo che i soli umani ad essere ancora in circolazione in questa regione siamo proprio noi giocatori, ovvero gli abitanti del Vault 76. Armati di pazienza e di un pizzico di masochismo, il nostro scopo è dunque quello di cercare di debellare la temibile minaccia seguendo i passi di chi ci ha preceduto, scoprendo dettagli sulle varie fazioni che prima di noi hanno cercato di debellare questo grande nemico. La trama in sé si presenta progressivamente sempre più interessante anche se il finale tende a riproporre ciò a cui ormai siamo stati abituati. Quello che però non convince pienamente è la mancanza totale di NPC umani (saranno presenti infatti solo un paio di robot dalla spiccata personalità, il resto degli androidi si tradurrà in Protectron apatici e destinati ad avere solamente la funzione di mercante nelle stazioni del gioco).
Vero è che l’assenza di esseri umani è conforme a ciò che viene narrato e le persone presenti sono gli abitanti del Vault controllati dagli altri giocatori. Questa visione di “NPC” però, non è stata pensata nel migliore dei modi. Il mondo di Fallout infatti non risulta popolato come ci si poteva aspettare (forse anche a causa di server non del tutto stabili), ma a complicare le cose è il fatto di non poter mai interagire con i protagonisti delle storie che ci vengono raccontate da olonastri e pagine di diario. Alcune delle vicende narrate in questi nastri sono interessanti, ma sicuramente avrebbero avuto un impatto maggiore su di noi se ci fossero state raccontate da persone in carne e ossa.
Fallout 76: il mondo di gioco e le missioni da svolgere
Parliamo ora del gameplay e delle missioni presenti all’interno di Fallout 76. Se c’è una cosa di cui i giocatori non possono certo lamentarsi, questa è sicuramente la quantità di attività da svolgere. Ogni volta che incapperemo in un capanno abbandonato o in una città semi distrutta infatti, nella maggior parte dei casi avvieremo una missione secondaria o ci troveremo all’interno di un Evento. Tra le missioni secondarie inoltre, sono presenti anche alcune quest giornaliere che devono essere portate a termine nell’arco di 24 ore. Gli eventi, molto simili a quelli incontrati all’interno di Destiny, sono numerosi e vari e, se portati a termine, porteranno ad alcune ricompense interessanti.
Al completamento di un evento infatti verrà rilasciato sul terreno di gioco un Air-Drop contenente armi, munizioni, cure e molto altro. Una caratteristica che però non abbiamo apprezzato riguarda il metodo di condivisione delle missioni. Se infatti facendo squadra vorremmo semplificarci le cose, questo non è possibile, in quanto ogni membro del team dovrà compiere le azioni necessarie a portare avanti la missione in questione. Sicuramente avremmo preferito poter completare le quest di gioco dividendo i compiti con i nostri amici, specialmente nei casi in cui è necessario raggiungere molti luoghi differenti del mondo di gioco.
La giustificazione più plausibile è che gli sviluppatori abbiano avuto paura di togliere pathos e coinvolgimento alla storia rendendo pienamente condiviso il sistema delle missioni. Parlando delle quest di trama, se inizialmente possono sembrare semplicemente test per entrare in differenti fazioni, con il progredire della storia si fanno più interessanti ma al contempo complesse, tanto da rendere veramente difficile (se non impossibile) portare a termine il titolo in solitaria.
Come abbiamo già anticipato comunque, per quanto possa essere interessante leggere e ascoltare ciò che è accaduto prima del nostro arrivo, la presenza di NPC umani avrebbe sicuramente regalato un maggior coinvolgimento, soprattutto emotivo, del giocatore. In Fallout 76 sono presenti infine delle sfide che ci faranno ottenere Atomi da poter spendere all’interno dell’Atomic Shop del gioco. In questo negozio potremo acquistare nuovi indumenti, emote, pose e oggetti per il C.A.M.P da utilizzare nella nostra partita. Queste sfide possono consistere per esempio nell’uccidere un determinato numero di nemici o nell’effettuare un numero specifico di hackeraggio.
Fallout 76: un nuovo sistema di Perk e alcune componenti survival
In Fallout 76, oltre all’aver aggiunto la componente multiplayer, gli sviluppatori hanno inserito un nuovo metodo di assegnazione dei Perk e alcune componenti tipiche del genere survival. I punti S.P.E.C.I.A.L (Strenght, Perception, Charisma, Intelligence, Agility e Luck) potranno essere assegnati ogni volta che saliremo di livello. Una volta scelto il parametro da migliorare, dovremo poi scegliere una tra le carte che ci verranno proposte, ognuna delle quali porterà un certo tipo di bonus al nostro personaggio (potranno inoltre sbloccare abilità quali hackerare o scassinare e mutazioni come per esempio il cannibalismo). Ogni carta potrà essere assegnata e rimossa a nostro piacimento in qualunque momento, potremo però assegnare ad ogni categoria solamente un numero di carte equivalente al valore del parametro in questione.
Fino al livello 10 riceveremo un pacchetto di carte ogni due livelli, mentre dal livello 11 fino al livello 50 ne riceveremo uno ogni 5 livelli. Se troveremo dei doppioni potremo fonderli insieme per creare una versione più potente della medesima carta. Per quanto riguarda questa nuova meccanica possiamo dire che ben si amalgama con il nuovo titolo, in quanto spinge i giocatori a scambiare carte tra loro per cercare determinate abilità; il poter cambiare “build” in ogni momento rende infine più varia la nostra partita. Parlando delle componenti survival, in Fallout 76 dovremo far attenzione a due parametri: la fame e la sete. Se all’inizio questi due elementi possono mettere in difficoltà il giocatore, con il passare delle ore diventerà solamente una caratteristica che dona un pizzico di realismo in più al titolo. Se non faremo attenzione a non ingerire cibo avariato e acqua sporca inoltre, potremo contrarre qualche malattia temporanea che avrà dei malus sul nostro personaggio. Oltre alle malattie, nel gioco sono presenti anche un gran numero di mutazioni che in alcuni casi potrebbero rivelarsi anche utili a seconda del nostro stile di gioco.
Fallout 76: il C.A.M.P e il crafting all’interno del titolo
Durante la nostra avventura nella Virginia Occidentale, tramite l’utilizzo del C.A.M.P avremo la possibilità di costruirci una vera e propria base con tanto di mura, difese e oggetti di creazione quali banchi da lavoro e cucine da campo. Ovviamente per costruire ogni elemento avremo bisogno di materiali e, per costruire determinati tipi di oggetto, avremo bisogno di un progetto (trovabile esplorando il mondo di gioco). Questa nostra base riposizionabile in qualsiasi momento pagando una determinata cifra in tappi è utile per due motivi: potremo effettuare viaggi rapidi gratuiti verso questa destinazione (perché sì, viaggiare in Fallout 76 richiede un pagamento in tappi a volte anche abbastanza elevato), potremo produrre risorse quali cibo e acqua purificata in qualsiasi momento per non rimanerne mai sforniti.
Al livello di crafting il titolo non si allontana dal suo predecessore ma, la novità, sta nel fatto che la nostra base può essere salvata come progetto e potrà essere ricostruita da zero in pochi secondi in caso di attacco da parte di nemici o nuclearizzazione del terreno circostante. Questo elemento del gioco è stato ben realizzato e permette di edificare strutture anche abbastanza complesse grazie alle varianti di porte, mura e quant’altro.
Fallout 76: la componente online e il PvP
Come già sottolineato precedentemente, le uniche persone che vedremo durante la nostra avventura sono gli altri giocatori. Per questo motivo ci aspettavamo di esplorare un mondo pieno di vita e interazione ma così non è stato. I server sono infatti abitati da un numero esiguo di giocatori e, trattandosi di un mondo molto vasto, ci siamo trovati soli molto spesso, specialmente nelle aree di gioco più avanzate. Probabilmente questo lato negativo andrà ad affievolirsi man mano che le vendite aumenteranno e con la stabilizzazione dei server di gioco. Nonostante la mancanza di una numerosa popolazione però, abbiamo avuto modo di fare squadra con altri giocatori e di provare con loro le varie funzionalità online quali scambi e sfide PvP.
Per quanto riguarda la funzione di trading, questa è stata ben implementata, permettendo ad ogni giocatore di impostare un prezzo per i propri averi per cercare di battere la concorrenza. Il PvP invece non ci ha convinti pienamente. Se infatti per preservare l’incolumità dei giocatori single-player non è stata data la possibilità di attaccare e uccidere gli altri giocatori senza che l’altro accetti la sfida, questo ha portato alla perdita di eccitazione e adrenalina data dalla possibilità di essere attaccati in ogni momento. Non si tratta quindi di riporre fiducia nel prossimo, ma semplicemente nell’evitare di accettare sfide lanciate sporadicamente da altri giocatori.
L’atteggiamento dei giocatori in questo nuovo Fallout comunque è maggiormente improntato sull’aiutarsi a vicenda, specialmente nelle fasi finali del titolo. Non essendo abituati al multiplayer, i giocatori tendono infatti ad aiutarsi a vicenda creando una piccola grande comunità. Durante una nostra sessione di gioco, ci è capitato infatti di ricevere la visita di un altro giocatore all’interno della nostra base che, per fare uso dei nostri banchi da lavoro, ci ha voluto donare un pezzo di armatura di sua spontanea volontà. Se quindi il PvP non è certamente diventato il punto cardine del titolo, l’atteggiamento dei giocatori verso il prossimo ha sicuramente dato un tocco positivo all’opera di Bethesda.
Fallout 76: arriviamo alle vere note dolenti
Se i difetti fino ad ora elencati possono sembrare soggettivi o poco importanti, non possiamo che concordare con tutta la comunità videoludica per quanto riguarda il lato tecnico di Fallout 76. Graficamente il gioco si presenta identico al suo predecessore, che già per quel tempo non era esattamente al top se paragonato ad alcuni titoli quali “Metal Gear Solid V: The Phantom Pain” o “Rise of the Tomb Raider”. La cosa che più ci ha disturbati però, è la quantità allarmante di glitch grafici e pop up a schermo. Capiamo che si tratti del primo tentativo di open-world online di questo tipo per casa Bethesda, ma nel 2018 certi difetti non sono più trascurabili. Ad aggravare la situazione sono i mille bug presenti all’interno di Fallout 76, alcuni dei quali hanno impedito ai giocatori di completare determinate quest fino al rilascio della prima Patch di gioco post Day One (dall’esiguo peso di 49 Gb). Già dalla B.E.T.A i problemi si erano fatti vedere, ma dato il rilascio di un grande aggiornamento in occasione del lancio del titolo, certi bug non sono proprio ammissibili.
Se la grafica può non essere il problema principale di un gioco online, ci saremmo aspettati di avere almeno dei server stabili e privi per la maggior parte del tempo di cali di frame rate. Da questo punto di vista siamo stati parzialmente accontentati. I frame si sono infatti mantenuti stabili per la maggior parte del tempo (i cali più importanti si hanno al rientro da un caricamento durante i cambi di scena o dopo i viaggi rapidi). Il problema più grave è stato sicuramente quello legato alla stabilità dei server. Più di una volta infatti ci è capitato di essere stati letteralmente espulsi dal gioco durante una battaglia o comunque in luoghi non esattamente sicuri, con il risultato di essere catapultati nella mischia nelle situazioni più improbabili e spesso senza la possibilità di scamparla al nostro rientro in game.
Morire fa parte dell’avventura, ma quando la colpa ricade su un problema tecnico, la frustrazione è dietro l’angolo. Altro fattore invalidante sono gli “ostacoli invisibili” presenti sul terreno di gioco. Durante le nostre battaglie è davvero difficile concentrarsi sul nostro obiettivo quando ci si trova incastrati tra un bidone e un invisibile scatola di cartone, ma ancora peggiore è il fatto di inciampare sporadicamente in “radici” o “sassi” impercettibili all’occhio umano che, più che procurarci seri danni alla salute, ci illudono di essere braccati da qualche nemico. A cercare di lenire le ferite procurate da un comparto tecnico ben al di sotto delle aspettative, arriva in soccorso la colonna sonora che riesce ad accompagnare la nostra avventura con musiche sempre azzeccate e con un paio di canali Radio in pieno stile Fallout.
Anche il comparto sonoro è ben realizzato (se escludiamo qualche sporadico bug) permettendo di capire in maniera ottimale da quale direzione stiano arrivando o stiano sparando i nemici. Questi ultimi però non brillano certo in intelligenza, in quanto più di una volta ci è capitato di vederli incastrare nell’ambiente di gioco. Per un bug corretto dalla prima Patch di gioco inoltre, alcuni avversari inseguivano il nostro povero personaggio per molti chilometri prima di rinunciare all’uccisione. Punto a favore del titolo è sicuramente il comparto artistico. Con un livello grafico e di dettaglio più elevato, le terre della Virginia Occidentale avrebbero tranquillamente lasciato ogni giocatore senza fiato. Già allo stato attuale infatti, abbiamo avuto la possibilità di ammirare dei bei panorami e le varie zone del gioco ci hanno positivamente sorpreso.
Fallout 76: la guerra è cambiata ma non come ci aspettavamo
In conclusione, quindi, questo esperimento di casa Bethesda non si è rivelato positivo quanto credevamo. L’incapacità dell’azienda di rilasciare un titolo degno dei tempi correnti e la presenza soverchiante di problemi tecnici hanno sicuramente minato l’esperienza di gioco della maggior parte dei giocatori, andando a rovinare un titolo che poteva avere un grande potenziale. Nonostante gli sviluppatori abbiano inoltre continuato a sostenere che Fallout 76 sarebbe stata un’esperienza godibile al cento per cento anche in single-player, così non è stato. Il titolo nasce chiaramente per essere portato a termine insieme ad altri giocatori e la mancanza di reali NPC porta i lupi solitari a esplorare un mondo vuoto e privo di spunti particolarmente interessanti. C’è da dire comunque che, se giocato in compagnia di amici, l’esperienza di gioco cambia drasticamente, portando a passare qualche piacevole ora all’interno di uno dei brand più famosi del panorama videoludico.
Giudicare quest’opera nella sua completezza non è quindi facile, poiché se affrontata insieme ad altre persone (e cioè giocando secondo le metodologie per cui alla fine il titolo è stato progettato) risulta essere piuttosto piacevole, ma l’assenza di veri e propri NPC ha cancellato in parte uno dei punti cardine del gioco di ruolo: le scelte, ciò che permette a ognuno di noi di creare la propria avventura personale. Sicuramente non ne consigliamo l’acquisto a coloro i quali volessero affrontare la partita in solitaria, non solo perché sarà loro quasi impossibile terminare il gioco (a meno che non si armino di una sconfinata pazienza), ma anche perché il mondo senza interazioni risulta vuoto e privo di vita portando l’interesse del giocatore a scemare con il passare delle ore. Se invece pensate di poter affrontare quest’avventura in compagnia più per divertimento che per esperire un’avventura profonda e avvincente, potreste essere interessati all’acquisto di Fallout 76. Ci teniamo a sottolineare comunque che questa recensione basa il proprio giudizio sul prodotto per come è stato presentato sul mercato. Non dubitiamo infatti che con il passare del tempo, il rilascio di nuove Patch e l’aggiunta di altri contenuti, Fallout 76 possa diventare un ottimo passatempo per tutti gli appassionati del brand.
Ambientazioni suggestive...
Grande quantità di attività da svolgere
... rovinate da un dettaglio grafico ormai antiquato
Un comparto tecnico disastroso
Stabilità dei server da migliorare
Vi ricordiamo che Fallout 76 è attualmente disponibile su PC, PlayStation 4 e Xbox One.
Sul nostro sito potete trovare tutti i dettagli sulla nuova Patch, la nostra guida alle malattie e mutazioni presenti in Fallout 76, la nostra guida alle Tute Hazmat e alle Mappe del Tesoro, la nostra guida all’Enclave e alla purificazione dell’acqua, la nostra guida contenente i luoghi dove trovare un’Armatura Atomica, tutti i dettagli riguardanti le creature che possiamo trovare all’interno della West Virginia, un’anteprima del titolo, tutte le informazioni riguardanti il peso del gioco, l’House Looting, le Officine, la sua natura online, le armi nucleari e gli eventi multiplayer che sono presenti in Fallout 76.
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Videogiocatrice fin dall'infanzia, prediligo RPG e avventure grafiche ma non disdegno alcun tipo di genere. Per seguire questa mia grande passione ho deciso di iniziare questo nuovo cammino come articolista, sperando un giorno di poter partecipare ad alcuni degli eventi più importanti dell'ambiente videoludico in qualità di giornalista.