Ecco la nostra recensione di Marvel’s Spider-Man, nuova esclusiva PlayStation 4 che ci fa tornare nuovamente nei panni di uno dei supereroi più famosi dell’universo Marvel.
Marvel’s Spider-Man è finalmente sbarcato sulle nostre console Sony. Molti di voi già lo avranno portato a termine e si saranno già fatti un’idea di quello che offre il titolo, ma noi abbiamo voluto sviscerare ogni singolo elemento di questo gioco, tanto da arrivare addirittura a “platinarlo”. Non indugiamo oltre e vediamo quanto vale veramente questo Marvel’s Spider-Man.
Marvel’s Spider-Man | La Recensione
L’età della maturità
Marvel’s Spider-Man non racconta la solita, famosissima storia delle origini della leggenda. Niente zio Ben, niente morsi di ragno, niente liceo, niente incontro di wrestling. Il gioco inizia con un Peter Parker maturo (per quanto possa esserlo), perfettamente a conoscenza delle sue abilità. Il suo alter ego Spider-Man è già popolare, sia tra i civili che tra i criminali. Non a caso il gioco inizia con l’arresto del Re della criminalità organizzata, Kingpin. I due avevano già avuto diversi trascorsi ed erano anni che l’Uomo Ragno cercava di metterlo dietro le sbarre. Questo ci fa capire che non è un novellino e che ha già diversi nemici.
La storia procede linearmente, senza troppi elementi eccessivamente complicati. Una storia che ti aspetteresti da un brand come Spider-Man, insomma. In sostanza, il tessiragnatele se la deve vedere con diversi individui che cercano di eliminare dalla piazza Norman Osborn per motivi che non vi sveleremo. Tra di loro, alcune delle nemesi più importanti dell’Uomo Ragno, come Avvoltoio, Rhino, Electro e Scorpione. Tuttavia, il nemico principale rimane Mister Negativo, un uomo in grado di piegare al suo volere tutte le persone che lo circondano. Inoltre, è presente qualcun’altro che ha un’importanza vitale per la trama (sì, stiamo parlando del personaggio misterioso che fa la sua “apparizione” alla fine della demo mostrata all’E3), ma non vi sveleremo chi è, anche se si scopre durante le primissime fasi di gioco.
Ovviamente, Spider-Man non sarà solo in questa nuova avventura. Al suo fianco troviamo anche Mary Jane Watson, ex-fidanzata di Peter, e Miles Morales, fan sfegatato del tessiragnatele. Entrambi sono personaggi giocabili, ma non liberamente. Si possono utilizzare solo durante alcune sezioni della storia. Naturalemnte, queste parti sono molto più leggere e meno adrenaliniche rispetto a quelle con Spider-Man, rimanendo più incentrate su vari enigmi ambientali e sequenze stealth, però rappresentano un modo simpatico di variare.
Sotto il punto di vista della trama, quindi, è stato svolto un buon lavoro, con alcuni momenti estremamente d’impatto che lasciano a bocca aperta. Peccato per i villain, molti dei quali sembrano essere stati inseriti solo come “contentino” per i fan di Spider-Man.
L’innovazione che non c’è
Quando si inizia a giocare per la prima volta nei panni di Spider-Man, tutto sembra esaltante. Quando si arriva al primo combattimento l’esaltazione aumenta, alimentata dalla fluidità dei movimenti di Spidey e dalle mosse estremamente spettacolari. Tuttavia, dopo questo stadio iniziale di pura estasi, ci si accorge che questo sistema di combattimento non è affatto nuovo.
Ricorda in tutto e per tutto il combat system della serie Batman Arkham. Il che non è assolutamente un male, dato che è un sistema solido, divertente e incentrato sulla coreograficità dei movimenti. Sotto alcuni aspetti è identico (come i rallenty a fine combattimento o le sezioni stealth sopraelevate), ma sotto altri cerca di dare il suo tocco personale (i diversi modi di usare le ragnatele e l’ambiente circostante a nostro vantaggio).
Durante le prime ore di gioco il gameplay di Marvel’s Spider-Man non riesce ad esprimersi appieno, ma una volta sbloccati più gadget e abilità, i combattimenti diventano estremamente divertenti. Raramente eviterete di scontrarvi con i malviventi che pullulano per le strade della città. Inoltre, si possono bloccare i nemici su qualsiasi superficie con le ragnatele. Non potevamo chiedere di meglio.
Volteggiando tra i grattacieli
Tutt’altro discorso va fatto per il sistema di movimento. Si vede che Insomniac ha spinto molto sotto questo punto di vista, regalandoci il miglior sistema di movimento con ragnatele che abbiamo mai visto in un videogioco di Spider-Man.
Questo punta tutto sulla fisica e, di conseguenza, bisogna avere un ottimo tempismo per muoversi il più velocemente possibile tra i grattacieli. Maggiore è la velocità di caduta, maggiore sarà la spinta che riusciremo a darci con la ragnatela. Inoltre, (finalmente) le ragnatele non si attaccano “per aria”, ma bisogna avere vicino degli elementi ai quali si possano effettivamente attaccare. Questo dà una spinta consistente al gameplay di Marvel’s Spider-Man, spronandoci a conoscere le strade della città per riuscire ad essere il più efficaci possibile durante i nostri spostamenti. Se andate di fretta, non passate per Central Park.
Cosa che dispiace un po’ è l’assenza di momenti visivamente strabilianti durante l’esplorazione libera. Nel corso della campagna sono presenti molti momenti esaltanti, come fermare un elicottero in volo o impedire ad un treno di schiantarsi, per non parlare delle corse acrobatiche all’interno di edifici pericolanti. Il massimo dell’esaltazione al di fuori della campagna e delle missioni secondarie è fermare le auto dei criminali in procinto di schiantarsi. Mancano tutte quelle scelte che hanno reso interessante il gameplay durante la storia. È come se si stesse giocando ad un altro gioco, ma questo non implica che non ci si diverta durante l’esplorazione, anzi.
Il parco giochi perfetto
La New York di Marvel’s Spider-Man, come già sapevamo, non è una riproduzione fedele della città che conosciamo. Questa si avvicina maggiormente a quanto visto nei fumetti, ma cerca anche di essere funzionale al gameplay.
La mappa non è eccessivamente grande, rendendo gli spostamenti da un luogo all’altro più brevi. Un’ottima scelta che aiuta a prediligere le ragnatele piuttosto che utilizzare lo spostamento rapido (ovvero prendere la metro, dettaglio molto apprezzato).
Dopo un tutorial relativamente breve, abbiamo la possibilità di esplorare New York in lungo e in largo. Questa è piena di citazioni al mondo Marvel, come la torre degli Avengers, il Sanctum Sanctorum di Doctor Strange, l’Alias Investigations di Jessica Jones e i (molto) numerosi riferimenti a Daredevil (che vogliano creare un gioco interamente dedicato al diavolo di Hell’s Kitchen?).
Oltre alle missioni principali, sono presenti diverse missioni secondarie abbastanza varie. Tuttavia, ciò che ci ha stupiti maggiormente è la varietà presente nelle missioni “Ricerca”, dove dobbiamo controllare le stazioni Oscorp create da Harry Osborn (il migliore amico di Spider-Man che, nel gioco, si trova in Europa per affari) per dimostrarne la loro utilità. Ognuna presenta caratteristiche differenti dalle altre, rendendole sostanzialmente sempre inedite.
Dobbiamo anche cercare gli zaini lasciati da Peter prima di partire all’azione nei panni di Spider-Man, ognuno contenente piccoli dettagli che fanno riferimento ai fumetti, ai film e all’universo Marvel in generale.
Altra attività interessante sono le sfide di Taskmaster, che mettono alla prova le abilità di Spider-Man. Durante le nostre avventure per la Grande Mela, abbiamo anche la possibilità di fotografare i punti d’interesse più importanti della città, nonché 50 luoghi segreti non presenti sulla mappa (ma visualizzabili sulla minimappa se si sblocca il gadget per la tuta).
Sparse per la città si trovano anche diverse basi nemiche da liberare. Queste funzionano ad ondate (6 in tutto), dove dobbiamo sconfiggere un numero sempre crescente di avversari. Sfortunatamente, non si possono liberare in modo furtivo perché, eliminati un certo numero di nemici, si viene scoperti anche se non si è stati avvistati. Infine, bisogna sventare i soliti crimini e aiutare i civili in difficoltà.
Ognuna di queste attività dà dei gettoni che possono essere spesi per costruire gadget o costumi. Questi ultimi hanno tutti abilità differenti che possono essere equipaggiate indifferentemente dal costume che si indossa.
Con tante attività da svolgere, difficilmente ci si annoia una volta completata la campagna principale. Stesso discorso per quando completiamo anche tutte le attività. Questo perché, girando per la città, capiterà sempre di incappare in qualche crimine minore da sventare.
Però, questo non lo rende un titolo infinito. Per portare a termine la trama principale ci vogliono all’incirca 20 ore, mentre per sbloccare il trofeo di platino (quindi completare tutte le attività presenti), si impiegano tra le 40 e le 50 ore. Non proprio la longevità che ci si aspetterebbe da un open world uscito a fine 2018.
Dettagli inaspettati
Da quanto mostrato in trailer e provati, Marvel’s Spider-Man non sembrava un titolo tecnicamente troppo avanzato. Invece, a parte qualche piccola imprecisione, il gioco graficamente è uno dei punti più alti mai raggiunti su PlayStation 4, specialmente per quanto riguarda i dettagli.
La resa del costume di Spider-Man è magnifica, come i muscoli che si muovono al di sotto di essa. Queste finezze sono difficili da notare durante il gameplay frenetico, ma durante le scene di intermezzo si rimane effettivamente sconcertati dalla qualità degli elementi su schermo, aiutati anche da un sistema d’illuminazione non banale.
Sfortunatamente, per riuscire a mantenere un frame rate stabile con questo livello di dettaglio, Insomniac ha dovuto rinunciare ad alcuni elementi ormai molto importanti nei videogiochi. Uno di questi è il ciclo giorno-notte dinamico, completamente assente (si può cambiare l’ora del giorno manualmente solo alla fine della campagna).
Altro aspetto che ci ha lasciato con l’amaro in bocca è l’assenza dei riflessi dinamici. In un gioco ambientato a New York, dove la metà degli edifici sono grattacieli, è un po’ doloroso vedere, riflessi sui vetri, panorami che non si trovano neanche vicino alla nostra posizione. Per non parlare dell’assenza del riflesso dello stesso Spider-Man.
Infine, manca lo spostamento in ambienti interni senza bisogno di caricamenti. Non esistono interni esplorabili senza la presenza di un caricamento, il che rende il gioco “separato”. Non si avverte quella fluidità di passare da interni ad esterni come se nulla fosse, il che è una sfortuna data la forte mobilità di Spider-Man.
A parte queste mancanze, il gioco è estremamente gradevole da vedere. Questo perché, data l’assenza del ciclo giorno-notte, gli sviluppatori hanno potuto giocare con le luci e il modo con il quale si infrangono sugli oggetti, dando loro la possiblità di avere il completo controllo sull’aspetto visivo della città.
Ad aiutare la spettacolarità del titolo troviamo delle animazioni magnifiche, soprattutto quelle di Spider-Man. Ognuna di queste si sussegue molto fluidamente, tranne per qualche raro caso.
Altro punto estremamente a favore per questo Marvel’s Spider-Man è la colonna sonora di John Paesano (The Defender, Daredevil, Detroit Become Human). Ogni traccia è magnifica e si amalgama perfettamente alle atmosfere supereroistiche del gioco, facendola diventare subito di culto.
Tutte le immagini apparse in questo articolo sono state catturate da PlayStation 4 Pro.
Marvel's Spider-Man
Conclusioni
Marvel's Spider-Man è indubbiamente un gran gioco. Non un capolavoro, ma uno di quei titoli che rimangono impressi nella mente dei giocatori. Esattamente come la serie di Batman Arkham, potrebbe rappresentare una nuova era per i videogiochi dell'Uomo Ragno. Tuttavia, manca di una cosa rispetto alla serie di Rocksteady: coraggio. Se il primo ha caratterizzato l'attuale visione dei videogiochi action-adventure, il secondo non è che un suo stretto discendente. Gli elementi in comune sono fin troppi per permettere a questo Marvel's Spider-Man di scrivere un'altra pagina della storia videoludica. Non ha niente che gli permetta di diventare il modello dei futuri videogiochi perché attinge a piene mani da un modello pre-esistente e già ampiamente collaudato. Tuttavia, non è detto che ogni gioco debba scrivere il futuro dei videogiochi. Ci sono anche titoli che vogliono solo divertire, puntando su ciò che già si conosce e cercando di migliorarlo e renderlo proprio. Non ci si può aspettare, però, di fare la storia senza un briciolo di coraggio. Senza essere migliori.
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