The End of The F***ing World è una novità Netflix sbarcata in Italia a gennaio 2018. Ecco i 5 motivi, secondo Gogo Magazine, per cui vale la pena guardarla!
The End of The F***ing World potrebbe apparire come la classica serie adolescenziale, con i due protagonisti al centro delle normali lotte generazionali, i cambiamenti della crescita e la ricerca di una propria posizione all’interno dell’universo. The End of The F***ing World è in parte questo, ma punta su molto altro. Produzione britannica, ideata da Jonathan Entwistle, la serie ha debuttato su Netflix il 5 ottobre, con 8 episodi da 21 minuti. Ecco i 5 motivi per cui vale la pena dare un’opportunità a The End of The F***ing World!
I 5 motivi per guardare The End of The F***ing World
1) James
James,uno dei protagonisti di The End of The F***ing World
Ambienti, luoghi, spazio e tempo non hanno alcuna importanza all’interno di questa trama. I personaggi hanno il totale controllo e la totale centralità all’interno di The End of The F***ing World, a partire da James (Alex Lawther). Il 17enne britannico è un ragazzo molto introverso, che non è mai capace di dire “no”, anche nelle situazioni più pesanti ed inaccettabili. Allo stesso tempo, però, è un vero e proprio squilibrato, che non prova nessuna emozione o sentimento, tanto che diventa un esperto nel ferire o uccidere gli animali. Prossimo obiettivo: far del male a un essere umano, piano che sembra potersi concretizzare quando Alyssa entra nella sua vita.
2) Alyssa
Alyssa, una dei protagonisti di The End of The F***ing World
Alyssa (Jessica Barden) assieme a James è un motivo importante per guardare la serie, poiché sono i due ragazzi, con le loro forti personalità a sostenere The End of The F***ing World. Maleducata, scalmanata, apparentemente senza inibizioni e senza porsi tanti limiti, soprattutto tra il bene e il male, Alyssa è la nuova arrivata della scuola, che trova in James la perfetta complementarità, anche se non si sa bene perché. James e Alyssa, insieme, costituiscono un connubio forte, negativo, fragile e vero.
3) I Genitori
I genitori di James e Alyssa
All’interno di The End of The F***ing World abbiamo cinque diverse figure genitoriali, di cui solo 4 in vita, che riescono a influenzare, senza neanche accorgersene, il comportamento e l’educazione dei propri figli. Steve, il padre di James, è molto affettuoso, anche se il figlio sembra non capirlo, ed è capace di mentire pur di proteggerlo; Gwen, la madre di Alyssa, quasi si è dimenticata dell’esistenza della figlia, e appare come un personaggio totalmente debole; Tony, il patrigno di Alyssa, è il primo di tanti esempi di sessualità malata che viene portata davanti al pubblico di The End of The F***ing World. I genitori, seppur personaggio secondari, sono capaci di dare dinamicità alla trama, portando lo spettatore a osservare le cose da punti diversi.
4) I Cambiamenti
James e Alyssa nel loro viaggio
James e Alyssa nascono come personaggi totalmente negativi, ma insieme, episodio dopo episodio, riusciranno a cambiarsi, avvicinandosi e migliorandosi. Ciò viene espresso dallo stesso stile narrativo di The End of The F***ing World, dove i due personaggi, alternandosi, narrano le vicende, commentando in prima persona, e a voce alta, le loro emozioni.
5) Fatti e reazioni
L’inizio del viaggio di James e Alyssa
Spesso le tematiche raccontate in The End Of The F***ing World non sono affatto semplici, e portano la serie a non essere indicata per un pubblico di tutte le età. I ragazzi, durante il loro viaggio, si troveranno più di una volta a contatto con la brutalità dell’essere umano, ed anche questo contribuirà a cambiarli.
Toscana trapiantata a Roma, dopo un percorso in organizzazione e comunicazione di eventi culturali, mi sono laureata in Media Studies presso l'Università "La Sapienza" di Roma. Classe 1993, ho una grande passione verso il mondo dell'entertainment! Da "Kebab for Breakfast" a "Westworld", da "Cloud Atlas" a "Bastardi Senza Gloria", da "Le situazioni di Lui e Lei" a "One Piece", la produzione culturale mi ha accompagnata per tutta la vita, ed ora ho quindi deciso di scriverne e parlarne su Gogo Magazine!