Per Renato Zero conta di più trovare sempre nuovi stimoli così da dar voce alla sua indole artistica e istrionica che anno dopo anno lo spinge a prendere parte a idee e progetti artistici estranei alle logiche del mercato discografico.
Se il testo è stato curato da Renato Zero, l’arraggiamento è di Adriano Pennino mentre le musiche sono di Maurizio Fabrizio e Sal Da Vinci. Quest’ultimo insieme ad Andrea Sannino e Franco Ricciardi, sono gli interpreti del brano.
Con questa canzone, Renato Zero vuole mostrare un altro lato della città che non si ferma solo ai pregiudizi o ai difetti che innegabilmente fanno parte della città. Non perché il cantante romano non voglia volutamente considerarli ma perché, per una volta, vuole dare il giusto peso e spazio alle qualità di una città unica per la sua arte, storia e cultura.
Tutto questo si può ben comprendere dalle parole di Renato Zero, quando descrive il rapporto che lo lega a Napoli e il significato di “Nanà”:
Napoli, che si fa corteggiare, Desiderare e amare. Con la sua infallibile filosofia di un vivere, che tiene costantemente conto della precarietà e dei limiti di una geografia ingiusta e settaria, la quale sembra non apprezzare: il brio, la generosità, le colorite esternazioni di un popolo che non si arrende di fronte a niente e che per questo motivo profuma di eternità. Nanà, ti dedico questa mia fotografia che credo corrisponda ai tuoi reali connotati. Avrei voluto fare di più per te, ma spero di avere ancora occasioni per manifestarti il sincero attaccamento alla tua “persona”.